AlmaLaurea ha pubblicato i risultati delle statistiche sui laureati italiani: ecco il profilo dei neo-dottori del dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Catania.
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Come d’abitudine con l’arrivo dell’estate, il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha pubblicato i risultati delle proprie statistiche riguardo i laureati iscritti negli atenei italiani aderenti. Tra questi, vi è anche l’Università di Catania, dei cui neo-dottori è possibile avere un ritratto del profilo e della loro condizione occupazionale in riferimento all’anno 2021.
Tramite l’indagine, si può avere un’immagine più chiara della condizione di ogni dipartimento UNICT, come nel caso dell’analisi riguardo il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali. Ecco il profilo e la condizione occupazionale dei laureati triennali e magistrali del DSPS dell’Università di Catania.
In base ai risultati riportati nelle statistiche di AlmaLaurea, nel 2021 i laureati di Scienze Politiche e Sociali all’Università di Catania sono stati 436, di cui 409 hanno compilato il questionario sul quale è stato possibile stilare le statistiche. Si è quindi registrato un notevole incremento rispetto ai risultati dell’anno precedente, quando a laurearsi in questo dipartimento erano stati solo 368.
Si conferma anche per quest’anno il trend crescente del gap tra laureati di genere femminile e quelli di genere maschile, che vede per il terzo anno consecutivo una netta prevalenza del primo gruppo sul secondo. Infatti, il 67,2% dei laureati UNICT di Scienze Politiche e Sociali nel 2021 è stato composto da donne e solo il restante 32,8% da uomini.
Rimane perlopiù coerente il dato relativo all’età media al momento del conseguimento della laurea: 25,7 anni per i laureati triennali e 30,9 per i neo-dottori magistrali. Nello specifico, si registra una diminuzione dell’età media dei laureati triennali rispetto al dato dell’anno scorso (26,3 anni) e un aumento rispetto al risultato dei laureati magistrali nel 2020 (28,9 anni).
L’analisi di AlmaLaurea prosegue poi focalizzandosi sulla riuscita negli studi universitari e sulle condizioni di studio degli studenti laureati. Per quanto riguarda il primo dato, la media dei voti dei laureati in 30esimi corrisponde a 25,9 per i laureati triennali e a 26,5 per i neo-dottori magistrali. Di conseguenza, anche il voto di laurea è analizzabile e il risultato in media è pari a 101,4 per le lauree di primo livello e a 105,5 per i laureati magistrali, registrando quindi un incremento per il primo gruppo rispetto al 2020 (99,2) e una lieve diminuzione per i laureati magistrali, che nel 2020 avevano ottenuto in media 106,9.
In generale, la maggior parte degli studenti laureati sia triennali che magistrali risulta in corso, anche se il 12,1% dei dottori triennali e il 5,7% dei laureati magistrali si posizionano nella categoria 5° anno fuori corso e oltre. Infatti, la durata media degli studi per la triennale è pari a 5,2 anni, mentre per la magistrale a poco più di 3 anni.
Inoltre, bisogna considerare che la maggioranza degli studenti magistrali e triennali hanno frequentato regolarmente le lezioni sebbene solo il 6,5% dei laureati triennali ha svolto un periodo di studio all’estero, a fronte del 18,1% dei dottori magistrali. In ogni caso, si registra una crescita graduale per entrambe le categorie rispetto all’anno precedente.
Secondo quanto riportato, il 48,1% dei laureati triennali e il 54,9% di quelli magistrali si considera decisamente soddisfatto del corso di laurea, rispettivamente insieme al 45,8% e al 35,4% che si descrivono come abbastanza soddisfatti. Risultato quasi inverso per quanto riguarda la soddisfazione degli studenti a proposito del rapporto con i docenti, con una maggioranza di laureati triennali abbastanza soddisfatta rispetto a quelli totalmente entusiasti, e con un equilibrio tra le due parti nel caso dei laureati magistrali. Dato estremamente positivo quello del rapporto con gli altri studenti, che vede totalmente soddisfatto il 57,6% dei laureati triennali e il 59,7% di quelli magistrali.
Per quanto riguarda il momento successivo alla laurea, l’82,1% dei laureati triennali e il 46,5% intende proseguire gli studi dopo il conseguimento del titolo. Nel primo caso, il dato rimane coerente con quello dell’anno precedente, mentre per il secondo gruppo si è registrato un notevole aumento rispetto al 38% del 2020. Tuttavia, per i laureati triennali la scelta è quasi in massa quella di continuare con una magistrale (64,9%), mentre il secondo dato più alto è quello del 9,2% che intende proseguire gli studi con un master universitario.
Per quanto riguarda i laureati magistrali, la scelta di come proseguire gli studi è più varia, considerando che la maggioranza è pari 18,1% e opterà per un master universitario, ma segnalando anche un 13,2% interessato al dottorato di ricerca e il 4,9% ciascuno per altri master/corsi di perfezionamento o altre attività di qualificazione professionale.
Una tendenza rilevata dalle statistiche è anche quella relativa alla disponibilità di trasferimento da parte dei laureati UNICT di Scienze Politiche e Sociali. Infatti, il 40,8% dei laureati triennali e il 35,4% di quelli magistrali sarebbe disposto a lavorare in uno stato Europeo e rispettivamente il 26% e il 19,4 % farebbe lo stesso in uno stato extraeuropeo. Inoltre, si sottolinea anche la tendenza alla flessibilità dei laureati triennali e magistrali UNICT del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, i quali sarebbero disposti a cambiare residenza per trasferte di lavoro rispettivamente per il 54,2% e il 50%. Tuttavia, entrambi i dati del trasferimento all’estero o il cambiamento di residenza sono in diminuzione rispetto all’anno precedente.
Anche per quanto concerne la formazione post-laurea, i risultati dei laureati triennali e di quelli magistrali si differenziano, probabilmente conseguentemente alle differenti skills ottenute con il proprio livello di studio. Infatti, la top 3 dei laureati triennali vede preferire nell’ordine:
Invece, per quanto riguarda i laureati magistrali, il podio è composto dalle seguenti tipologie di attività di formazione post-laurea:
Ma l’analisi di AlmaLaurea non si limita alla definizione del profilo dei laureati UNICT di Scienze Politiche e Sociali. Infatti, i dati proseguono con l’analisi dei risultati della condizione occupazionale dei laureati ad un anno dal conseguimento del titolo. Per quanto riguarda i laureati che lavorano, si registra un consistente aumento rispetto ai dati del 2020, probabilmente un anno condizionato dalla pandemia. Infatti, nel 2020 risultavano occupati il 25,5% dei laureati triennali e il 42,9% di quelli magistrali, mentre per l’anno 2021 i risultati sono rispettivamente 30,1% e 49,6%.
Allo stesso tempo, si registra un tasso di disoccupazione pari al 40,7 per i neo-dottori triennali e pari al 31,5% per quelli magistrali, tenendo in conto i laureati che non lavorano che cercano e quelli che non cercano lavoro. Per quanto riguarda le differenze di genere riguardo al tasso di occupazione, dalle statistiche risulta il 35,1 per i laureati triennali uomini a fronte del 30,3% delle donne, mentre per i neo-dottori magistrali la situazione è totalmente differente. Infatti, non solo sono più le donne ad essere occupate, ma la differenza è anche maggiore: questo perché il 60% delle donne è occupato a fronte del 40 degli uomini.
Per quanto riguarda gli occupati, è interessante comprendere entro quanto essi hanno ottenuto un impiego da dopo la laurea. Infatti, si registra una quasi immediata ricerca di lavoro sia da parte dei neolaureati triennali che da quelli magistrali, dato che in media la prima ricerca di lavoro post-laurea avviene poco più di un mese dopo il conseguimento del titolo. Allo stesso modo, il tempo impiegato da dopo la laurea fino al reperimento del primo lavoro è molto simile per entrambi i casi: 6,7 mesi nel caso dei laureati di primo livello e 6,4 mesi nel caso dei neo-dottori magistrali.
Inoltre, per il 42% dei laureati triennali, il contratto ottenuto post-laurea è quello a tempo determinato, anche se per il 18,8% è previsto il contratto a tempo indeterminato, a fronte del 41,8% e del 30,9% dei laureati magistrali nelle stesse categorie. In entrambi i casi, i dati sono in crescita rispetto all’anno precedente, quando le percentuali erano notevolmente più basse.
Per quanto riguarda il part-time, esso rappresenta la condizione lavorativa del 53,6% dei laureati triennali e del 32,7% di quelli magistrali, registrando una notevole crescita rispetto all’anno precedente. Infine, si aggiunge una nuova categoria alla statistica di AlmaLaurea, vale a dire la diffusione dello smart working che è prevista per il 17,4% dei laureati triennali e 20% di quelli magistrali.
Ritorna il tema onnipresente e immotivato del gender gap per quanto riguarda la retribuzione: infatti, prosegue il trend che vede una paga nettamente maggiore per gli uomini rispetto alle donne. Stando ai dati riportati, un uomo laureato triennale viene pagato mensilmente in media 1.277 euro, rispetto ai 789 euro delle donne. Per quanto riguarda le laureate magistrali, la retribuzione mensile netta in media è pari a 1.199 euro rispetto ai 1.451 euro destinati agli uomini. Triste risultato se si considera il lontano raggiungimento della parità e l’abissale differenza tra i due generi.
Per quanto riguarda i luoghi di impiego dei laureati UNICT di Scienze Politiche e Sociali, la netta maggioranza dei laureati triennali e magistrali lavora nelle Isole e verosimilmente in Sicilia. Tuttavia, si registra un doppio risultato di 5,8% dei laureati triennali impiegati al Nord-Ovest e all’estero, mentre per i laureati magistrali il 12,7% è impiegato al Nord-Ovest mentre non vi sono risultati di impiegati magistrali all’estero, a differenza dell’anno precedente.
Infine, in merito alla distribuzione settoriale, la netta maggioranza di laureati è impiegato nel settore privato: si tratta del 59,7% dei neodottori triennali e del 71% di quelli magistrali. Invece, per quanto riguarda il settore pubblico, i laureati impiegati sono il 29,8% nel primo caso e il 21,7% nel secondo caso. Inoltre, il ramo di attività economica preferito sia dai laureati triennali che da quelli magistrali è quello terziario, che ottengono il 91% dei neo-dottori impiegati per entrambe le categorie.
L’ultima parte dell’indagine di AlmaLaurea prevede la valutazione della laurea per l’attività lavorativa e la soddisfazione per l’attuale lavoro da parte dei laureati. Per quanto riguarda il primo criterio, il 42% dei laureati triennali e il 36,4% di quelli magistrali ha valutato la formazione professionale acquisita con l’università come poco adeguata, il 26,1% e il 50% molto adeguata e infine il 31,9% e il 12,7% per niente adeguata.
Inoltre, per l’attività lavorativa svolta, la laurea non è richiesta ma utile per il 44,9% dei laureati triennali e per il 47,3% dei laureati magistrali. Invece, non è né richiesta né utile per il 29% dei neo-dottori triennali e richiesta per legge per il 21,8% dei laureati magistrali.
In merito alla soddisfazione per il lavoro svolto in una scala da 1 a 10 è pari a 7,3 per i laureati triennali e a 7,4 per i laureati magistrali. Infine, riguardo l’efficacia della laurea per il lavoro svolto, il 39,7% dei neo-dottori triennali la considera poco o per nulla efficace, mentre il 45,3% dei laureati magistrali la considera molto efficace o efficace.
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