Il Consorzio AlmaLaurea ha fornito importanti dettagli sui laureati del Dipartimento di Economia e Impresa dell'Università di Catania: ecco cosa è emerso dal XXIV rapporto.
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Pochi giorni fa, il Consorzio interuniversitario AlmaLaurea ha rilasciato il XXIV rapporto, la cui finalità è quella di studiare statisticamente i dati inerenti al mondo universitario italiano, delineando il profilo dei laureati, tanto di primo quanto di secondo livello, e descrivendone la condizione occupazionale da 1 a 5 anni dall’ottenimento dell’ambito titolo.
Nell’ambito dell’Università degli Studi di Catania e, più in particolare, per ciò che concerne il Dipartimento di Economia e Impresa, sono stati presi in considerazione 491 studenti laureatisi alla triennale (52,5% uomini e 47,5% donne) e 222 che hanno ottenuto il titolo magistrale (52,5% uomini e 47,3% donne).
Dall’indagine emerge che, in riferimento allo scorso anno, l’età media in cui è stata ottenuta la laurea triennale si attesta sui 24,8 anni, sebbene una grande percentuale (il 36,7%) abbia ottenuto il titolo a meno di 23 anni: il titolo di primo livello viene ottenuto, generalmente, entro 5,2 anni, con un ritardo di poco più di due anni, anche se la maggior parte degli studenti (il 40,9%) ottenga il titolo in corso. Il voto medio di laurea è, mediamente, di 95,7/110, con una media aritmetica che si attesta al 24,5/30.
Per quanto riguarda il titolo di secondo livello, questo viene ottenuto intorno entro ai 27,2 anni: il 39,2% degli intervistati, infatti, ha 27 anni e oltre al momento della laurea magistrale, sebbene il 32,9% ne abbia tra i 25 e i 26.
La laurea magistrale si ottiene quasi entro i tempi previsti: servono, secondo l’indagine, 2,8 anni per completare gli studi (il 67,6% si laurea in tempo, il 22,1% va fuori corso di un anno). Il voto medio ottenuto, infine, al momento della laurea, è 107, con una media aritmetica che sale, attestandosi a 25,8/30.
Quanto allo stato occupazionale dei laureati presso il DEI, arrivano ottime notizie per quanto concerne l’ambito lavorativo dei laureati, triennali e magistrali, a un anno dall’ottenimento del titolo: rispetto al 2020, in cui il tasso di disoccupazione era, per laureati di primo e secondo livello, fisso rispettivamente al 38,8% e al 25,4%, nel 2021 è calato rispettivamente al 27,3% (dunque, più di dieci punti percentuale) per i primi e al 17,4% per i secondi.
L’indagine, effettuata sulla base di 750 laureati, 567 dei quali hanno partecipato all’indagine statistica, mostra altri dati interessanti. A lavorare sono il 42,7% degli uomini e il 41,5% delle donne: più della metà degli intervistati (il 56,7%) si sono inseriti nel mondo del lavoro dopo aver ottenuto l’ambito titolo.
Tuttavia, il reperimento dell’impiego non è dei più rapidi: mediamente, passano ben 3,4 mesi dall’inizio della propria ricerca prima di ottenere il primo lavoro, e passano in totale 4,8 mesi dall’ottenimento del titolo.
Secondo quanto spiegato nel rapporto AlmaLaurea, la maggioranza dei laureati presso il Dipartimento di Economia e Impresa (il 36,2%) lavora nell’ambito delle professioni tecniche. Il 26,5% si occupa di professioni esecutive nel lavoro d’ufficio e, infine, il 23,5%, ha trovato un impiego nell’ambito delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione. Chiudono la fila il 10,7% di lavoratori in altri ambiti e il 3,1% di imprenditori, legislatori e di alta dirigenza.
I laureati presso il DEI lavorano maggiormente nell’ambito del privato (87,3%). I rami più ambiti sono il commercio (15,2%, anche se maggiormente scelto dai laureati triennali), il credito e le assicurazioni (12,7%, maggiormente scelto, stavolta, dai laureati magistrali), infine le consulenze varie (il 22,8%, campo ancora una volta scelto più dai laureati magistrali, ben il 30% degli intervistati).
Sebbene l’11,2% si rechi al Nord-Ovest per lavorare, la stragrande parte ha trovato occupazione nelle Isole: ben il 75,1%.
Gli stipendi dei laureati da un anno nelle discipline insegnate presso il Dipartimento di Economia e Impresa non sono particolarmente elevati: 1.038 euro per i laureati di primo livello (1.093 euro per gli uomini e 932 euro per le donne), che raggiungono i 1.271 euro per i laureati di secondo livello (campo in cui le donne superano di poco gli uomini, con stipendi di rispettivamente 1.282 e 1.256 euro).
Sono il 39,6% degli intervistati a considerare molto efficace il titolo di studio in ambito lavorativo, a cui fanno eco il 35,4% che lo trova abbastanza efficace. Un buon 25%, tuttavia, lo trova poco o per nulla efficace. Questo dato si potrebbe associare tanto all’utilizzo delle competenze ottenute tramite lo studio universitario (il 45,7% degli ex studenti le utilizza in maniera ridotta) quanto a quel 43,1% di dottori i quali ritengono poco adeguata la formazione professionale ottenuta durante gli anni di studio.
Tuttavia, nonostante questi dati non risultino particolarmente confortanti, vi sono anche percentuali positive. Chi lavorava prima del titolo di studio ha infatti notato un miglioramento tanto nella posizione lavorativa quanto nelle competenze professionali (il 38,5%), il 40,6% dei quali ha trovato molto adeguata la formazione professionale ottenuta in ambito universitario.
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