Lavoratori a nero e aziende abusive: la Sicilia è terza in Italia. A questo triste primato si affiancano dati negativi anche per Catania.
In Sicilia sono quasi 100mila le imprese artigiane abusive, con 280mila lavoratori irregolari in quasi tutti gli ambiti lavorativi. Occupa, per tale ragione, il terzo posto nella classifica del lavoro illegale.
Peggio solo Calabria e Campania con il 18,5% di imprese abusive. Sono i dati recentemente rivelati dall‘Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia.
Oltre l’illegalità del lavoro a nero, le imprese abusive e i rapporti lavorativi non regolarizzati non permettono di dare garanzie ai dipendenti e clienti.
In merito al lavoro irregolare, in Sicilia i settori più colpiti sono, in ordine, agricoltura e costruzioni.
Ad ogni modo, contrariamente a quanto si possa pensare, tale problematica non attanaglia solo il Meridione. In effetti la Sicilia segue la Lombardia, oltre che la Campania e il Lazio, per numero di unità di lavoro indipendenti non regolari: l’Isola registra quasi 96mila di questi. Nel particolare, tra le prime dieci province italiane, figurano Palermo, con 21.800 unità, e Catania, con 21.500.
Gli ambiti lavorativi a rischio sono principalmente quelli esposti ad una concorrenza elevata. Tra questi, si trovano sia i servizi di riparazione di beni per uso personale e per la casa sia i restanti mestieri operanti nella manutenzione e riparazione di autoveicoli.
Altro ambito a rischio è quello dell’artigianato, che ricopre il 75.8% delle imprese. In questo caso, a livello provinciale, risultano più esposte Caltanissetta (42,9%), Siracusa (42,8%) e Catania(42,4%).
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