Oggi, sabato 23 aprile 2022, cade la giornata mondiale del libro, primo mezzo di trasmissione del sapere. A proposito di tale ricorrenza, la redazione di LiveUnict consiglia piacevoli letture da godersi in primavera.
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Storicamente, i libri, sono stati il fattore più potente nella diffusione della conoscenza. I libri servono non solo per illuminare tutti coloro che hanno accesso a essi ma anche per sviluppare una piena consapevolezza collettiva delle tradizioni culturali in tutto il mondo ed ispirare comportamenti basati sulla comprensione, la tolleranza e il dialogo.
La Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore nasce sotto l’egida dell’UNESCO nel 1996 per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del copyright. Il 23 aprile è stato scelto perché è il giorno in cui sono morti nel 1616 tre scrittori considerati dei pilastri della cultura universale: Miguel de Cervantes, William Shakespeare e Garciloso de la Vega.
Il libro e la lettura rappresentano un mezzo di approfondimento e di conoscenza, sono strumento di informazione e di apprendimento culturale, entrambi oggi indispensabili per superare le incertezze e le precarietà legate alla paura della globalizzazione, del cambiamento e del diverso. La lettura, che consiste anche in un piacere ineguagliabile per gli appassionati, ci consente di entrare in mondi, vite e tempi diversi e ci dà la possibilità di avvicinarsi a esperienze e realtà lontane dalla nostra, accrescendo così la nostra conoscenza e la consapevolezza di quanto il mondo che ci circonda sia poliedrico.
In occasione di tale giornata la redazione di LiveUnict consiglia alcuni libri da leggere durante questo periodo di primavera.
Si tratta di una “scrittrice prestata alle librerie”. Perché in realtà Francesca Michielin è autrice e cantante di qualità con diverse soddisfazioni da raccontare. La sua prima opera letteraria è un bel ritratto da insider sul mondo della musica, in costante e continua evoluzione, tra dischi che non si vendono, un pubblico distratto dai social network e contenuti di qualità che vengono brutalmente scavalcati dal vuoto pneumatico.
Il suo libro “Il cuore è un Organo” racconta in modo molto fedele e ispirato la trasformazione di tre donne impegnate in modo diverso nella musica. Verde è al top della fama, Regina è una lady che ha lasciato le classifiche da anni, Anna è una grande appassionata, il filo conduttore ideale tra due generazioni diverse e apparentemente distopiche. Tre donne impegnate in un viaggio dentro e fuori se stesse, capace di cambiare anche chi sta loro accanto e di valorizzare un percorso artistico e personale bello.
Dal titolo alla cover sino ai contenuti, il romanzo dell’autrice inglese Christy Lefteri, già nota per aver pubblicato con successo L’apicultore di Aleppo, ci sembra la scelta più azzeccata per aprire uno speciale dedicato alla primavera. Già questa ragazza coraggiosa e generosa si era fatta conoscere al grande pubblico grazie al suo precedente libro, ispirato all’esperienza di lavoro come volontaria in un campo di rifugiati dell’UNICEF ad Atene.
Figlia a sua volta di rifugiati greco-ciprioti a Londra a seguito dell’invasione turca, la Lefteri ha sempre dimostrato una sensibilità particolare nei confronti dell’umanità e delle sue intrinseche differenze, che vanno accolte attraverso la pace e la collaborazione dei popoli. Mai come ora, dunque, la sua narrativa risulta attuale e formativa.
I giudizi sospesi mette in scena con rara potenza venticinque anni della storia di una famiglia, indagata nelle sue dinamiche più autentiche e nascoste. Una narrazione robusta e strutturata, in fitto dialogo con la tradizione del grande romanzo americano; una scrittura splendida: luminosa, generosa, mossa, capace di accendere il coinvolgimento del lettore.
I Giovannetti sono una famiglia felice. O forse lo sembrano soltanto? Si sa, a volte l’apparente felicità è direttamente proporzionale alla quantità di polvere accumulata sotto il tappeto. Il padre Mauro insegna storia e filosofia: brillante e bello come un attore, è la leggenda del liceo locale. La madre Angela è professoressa di arte alle medie, ama il suo lavoro, ma ancora di più i figli e il marito. Perla è una fuoriclasse, bravissima a scuola, responsabile: matura, da sempre; Felix è il fratello minore, affettuoso e intelligente, un po’ imbranato, da sempre offuscato dalla luce accecante della sorella. Tutti si aspettano grandi cose da Perla. Ma da quando si è fidanzata con un certo James, un ragazzo più grande su cui circolano brutte voci – un violento, un bugiardo – è cambiata: insofferente, sarcastica, nulla le interessa più.
Potrebbe essere una semplice crisi adolescenziale, la sana ribellione di una ragazza che non ha mai dato problemi, ma l’origine del suo malessere si rivelerà ben più radicale e implicata con il lato oscuro della famiglia in cui è cresciuta: i compromessi, le rinunce, le ipocrisie che fino a quel momento erano sembrate accettabili si riveleranno velenose, infestanti. Felix, “il figlio sbagliato”, ironico, intelligente e defilato, è l’osservatore ideale, ed è dalla sua voce apparentemente disillusa ma in realtà disarmata e struggente che ci viene raccontata tutta la storia.
Viene spontaneo chiamare per nome i personaggi di Dai Pra’, e una volta chiuso il libro ci mancano. Sono cambiati rispetto a come li avevamo incontrati all’inizio: sono cresciuti? Sono feriti? Entrambe le cose, come succede a tutti. E pensiamo a loro con la stessa dolce malinconia, con lo stesso senso di famigliarità e di scoperta nella distanza con cui rievocheremmo dei compagni di scuola.
Sono donne, sono suore, sono educatrici. Vivono ai margini di una metropoli e per i margini si battono. Svetta madre Giuliana, intrepida interprete della dottrina della liberazione, e intorno a lei un manipolo di compagne di tutte le età, cresciute nella fede o anche semplicemente ispirate dallo spirito della giustizia sociale. Insieme decidono di dar vita a un’esperienza di resistenza e di salvezza, contro l’ottusità, culturale e politica, contro l’ipocrisia velenosa dei nuovi rappresentanti del potere. Contro la violenza.
Dai giorni della caduta del Muro di Berlino a un futuro prossimo, e non così lontano come si potrebbe pensare, la loro lotta si fa sempre più drastica: non vogliono muri nuovi, nuovi ghetti, nuove forme di marginalizzazione.
Fra episodi che rimescolano passioni, tensioni, rigidità dogmatiche e il meraviglioso caos di un’esistenza guidata da ideali comuni, Giuliana, Cecilia, Teresa, Marina, Anita, Ingrid e le altre ci guidano dentro un mondo che conosciamo, ribaltando prospettive, visioni, sogni. Dalla “fine della storia” alla prospettiva di un’altra storia, attraverso i fantasmi del presente.
Piefrancesco Majorino sa aggiungere a questa avventura di sorellanza – una sorellanza vista con gli occhi di un uomo – gravità e leggerezza, severità e ironia.
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