L’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca ha concluso la terza Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR), riferita al quinquennio 2015–2019.
Questa ha come oggetto la valutazione dei risultati della produzione scientifica e delle attività di Terza Missione delle Istituzioni di formazione superiore e di ricerca italiane, ma, cosa più importante, i risultati ottenuti saranno utilizzati dal MUR per dividere, già dal 2022, l’80% della parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario ed individuare i dipartimenti degli Atenei statali italiani che potranno competere per ottenere il finanziamento straordinario destinato a sostenere un progetto di ricerca e sviluppo quinquennale.
I criteri di valutazione
I GEV hanno assegnato i prodotti alle classi di merito, tenendo conto anche delle informazioni ottenute dagli indicatori citazionali. Tra i prodotti si trovano:
- Originalità;
- Rigore metodologico;
- Impatto.
Tra i casi studio, invece, sono stati valutati i seguenti parametri:
- Dimensione sociale, economica e culturale dell’impatto;
- Rilevanza rispetto al contesto di riferimento;
- Valore aggiunto per i beneficiari;
- Contributo della struttura proponente.
A seguito del giudizio di qualità, ogni pubblicazione e caso di studio viene attribuito ad una delle seguenti categorie, definiti nel Bando:
a) Eccellente ed estremamente rilevante (ECR): PUNTEGGIO 1;
b) Eccellente (EC): PUNTEGGIO 0.8;
c) Standard (ST): PUNTEGGIO 0.5;
d) Rilevanza sufficiente (SUF): PUNTEGGIO 0.2;
e) Scarsa rilevanza o Non accettabile (SR): PUNTEGGIO 0.
La valutazione viene condotta sulle pubblicazioni scientifiche di docenti e ricercatori degli atenei italiani, utilizzando criteri relativi al numero di citazioni ottenuto e al valore della rivista che ospita la pubblicazione, per alcune aree scientifiche, e dei giudizi formulati in revisione da esperti. Si tratta, per ora, di indicazioni preliminari e di carattere generale, che offrono una visione d’insieme sullo stato della ricerca nel periodo 2015-2019.
I risultati Unict
Per quanto riguarda la graduatoria delle Università statali in base all’indicatore di ricercatori stabili (ovvero assunti da più tempo), l’Università di Catania è 11esima. Si tratta di un buon risultato, considerando che finora il principale dato usato per l’attribuzione della quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario delle università è stato proprio questo.
In quanto all’indicatore R2 e quindi ai ricercatori neoassunti e promossi, l’Unict scende in classifica, trovandosi 26esima, seguita da Messina ma preceduta dall’Università di Palermo (13esima).
Infine, l’Università di Catania ottiene un risultato positivo nella graduatoria delle università statali in base all’indicatore riguardante i prodotti di tutti i ricercatori per dimensione: si trova tredicesima, subito preceduta da Palermo.
Male, invece, per quanto riguarda la formazione alla ricerca, dove Catania occupa la parte finale della classifica:
I risultati per la terza missione:
Ottimo, invece, il risultato sulla qualità e quantità della ricerca di profilo a – ricercatori stabili: Catania si piazza al nono posto.
Più bassa la posizione per il profilo b:
In generale, Catania conquista un quattordicesimo posto per qualità e quantità della ricerca di tutto il personale afferente all’Istituzione: