Università di Catania

UNICT – Novità su tasse universitarie: quanto si pagherà in base alle fasce

tasse universitarie
Approvate in Senato accademico le nuove misure relative alla contribuzione per l’anno accademico 2022-2023. Confermata la "no Tax area".

Le tasse universitarie degli studenti iscritti nell’ateneo catanese continueranno ad essere tra le più basse del sud Italia anche per il prossimo anno accademico.

È quanto prevedono le misure messe in campo dall’Università di Catania per continuare a contrastare gli effetti negativi post pandemia sulle finanze degli studenti e delle loro famiglie, in particolar modo per le classi meno abbienti.

No Tax area fino a 22mila euro al mese

Le misure – che prevedono anche un pacchetto di servizi aggiuntivi per gli studenti – sono state approvate oggi pomeriggio dal Senato accademico con il pieno consenso della rappresentanza studentesca nell’organo collegiale d’ateneo e prevedono, tra le altre, il mantenimento della No Tax area fino a 22mila euro di Isee.

“La misura della “no tax area” a 22mila euro consentirà al 50% dei nostri studenti di non pagare le tasse universitarie, ma solo il contributo regionale per il diritto allo studio – spiega il direttore generale Giovanni La Via -. Dal prossimo anno accademico probabilmente dovremo far fronte al mancato contributo statale, una misura adottata dal governo in pieno stato emergenziale a causa della pandemia che ha consentito all’ateneo per l’anno accademico in corso di innalzare la soglia Isee da 14mila a 22mila e venire così incontro agli studenti meno abbienti. Questa governance ha deciso, nonostante il probabile venir meno del sostegno statale, di mantenere la “no tax area” inalterata a 22mila di Isee rivedendo il quadro complessivo della contribuzione sulla base di quel principio costituzionale di ridistribuzione della ricchezza“.

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Divisione in fasce

Le nuove misure, che dovranno essere approvate anche in Consiglio d’amministrazione d’ateneo, prevedono un nuovo quadro contributivo basato su più fasce di Isee:

  • la prima fino a 22mila euro prevede un contributo degli studenti uguale a zero;
  • la seconda fascia – superiore a 22mila e fino 30mila euro – prevede un contributo calcolato moltiplicando il coefficiente 0,07 per la parte eccedente i 22mila euro (contributo massimo pari a 560 euro);
  • per la terza fascia – superiore a 30mila euro e fino a 53.697 euro – il coefficiente è pari a 0,046 e si moltiplica per la parte eccedente i 30mila euro di Isee a cui va aggiunto il contributo di 560 euro (contributo massimo pari a 1.650 euro);
  • per la quarta fascia – superiore a 53.697 euro fino a 75mila euro – il coefficiente è pari a 0,02347 e si moltiplica per la parte eccedente i 53.697 euro di Isee a cui va aggiunto il contributo di 1.650 euro (contributo massimo pari a 2150 euro);
  • in quinta fascia gli studenti con Isee superiore a 75mila, pagheranno un contributo di 2150 euro.

L’incremento delle tasse – ha precisato il direttore generale – interesserà solo ed esclusivamente gli studenti che rientrano in quarta e quinta fascia, con Isee superiore a 53.695 euro, ma sempre e comunque si tratta di importi decisamente più bassi rispetto agli altri atenei del sud Italia”.

“Questo nuovo quadro ci consente di ampliare la platea di studenti che non pagheranno tasse e di mantenere inalterata la pressione contributiva sugli iscritti con Isee fino a 53.697 euro – ha aggiunto il prof. Giovanni -. Occorre considerare che in seconda e terza fascia rientrano circa 14mila studenti del nostro ateneo, mentre in quarta e quinta fascia circa 6mila“.