Corsa ai tamponi deleteria secondo la Fondazione Gimbe. Nel report settimanale allarme sul sistema di testing e sui falsi negativi. Tutti i dati.
Sono quasi 100mila i casi registrati nell’ultimo bollettino Covid del Ministero della Salute. L’aumento di positivi delle ultime settimane, tuttavia, rappresenta un’impennata nel contesto pandemico in Italia. I dati della Fondazione Gimbe rilevano un aumento un aumento di nuovi contagi in tutte le regioni, fatta eccezione della provincia autonoma di Bolzano. I dati variano dal 9,6% del Friuli-Venezia Giulia al 257,6% dell’Umbria, mentre in 45 province si registrano oltre 500 casi per 100.000 abitanti.
“Da 2 mesi e mezzo – spiega il presidente Nino Cartabellotta – si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi”.
L’aumento della circolazione del virus e la conseguente corsa ai tamponi, tuttavia, mettono a dura prova il sistema sanitario. Secondo la Fondazione Gimbe, “il sistema di testing è già in tilt, ci sono troppi falsi negativi nei tamponi antigenici e con l’emersione di un numero enorme di casi si rischia un lockdown di fatto, indipendentemente dalla modifica delle regole sulla quarantena.
La corsa ai tamponi senza regole sovraccarica il sistema di testing – prosegue la Fondazione Gimbe nel suo report settimanale -, impedendo di testare con tempi adeguati chi ne ha realmente bisogno; inoltre, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, visto il 30-50% di falsi negativi. Infine favorisce l’espansione del mercato nero“.
Nelle ultime due settimane il numero dei tamponi totali è passato da 3.750.804 del 8-14 dicembre a 5.175.977 del 22-28 dicembre (+38%), sia per l’incremento sia dei tamponi rapidi (+38,7%) che molecolari (+36,3%). Nella sola giornata di ieri, 29 dicembre, sono stati effettuati oltre un milione di tamponi.
Sui vaccini, invece, la situazione è diversa. Al 29 dicembre l’81,4% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, il 78,1% invece ha completato il ciclo. Per quanto riguarda i pazienti vaccinati con dose booster, la copertura è al 58,9%, con forti differenze tra le regioni.
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