I Kings of Convenience si sono esibiti al Metropolitan di Catania. Tornati dopo 12 anni sulla scena musicale internazionale, hanno presentato al pubblico l'album "Peace or Love".
Gentilezza e stravaganza sono solo due degli aggettivi che descrivono bene la personalità magnetica e il fascino senza tempo dei Kings of Convenience, che il 3 novembre scorso si sono esibiti al teatro Metropolitan di Catania. Il live, tra i più attesi della stagione, avrebbe dovuto tenersi il 26 ottobre, aprendo il tour in Italia (29 e 30 ottobre a Bologna e il 1 novembre con un doppio show a Milano), ma era saltato a causa del forte maltempo. “Your fault”, scherzano gli artisti in apertura.
Dopo dodici anni di assenza dalla scena musicale, il talentuoso duo norvegese – composto da Erlend Øye (stabilitosi da anni a Siracusa) e Eirik Glambek Bøe – torna di fronte al pubblico per presentare un nuovo album, Peace or Love. Un album eccezionale, che sembra riportare letteralmente le lancette indietro. Lo dimostra il lunghissimo applauso che accoglie i due artisti sul palco del Metropolitan e il sorriso sognante di Erlend Øye il quale, timidamente, solleva il cartello “We’ve missed you”.
Alfieri di una vera e propria rivoluzione, che potremmo riassumere con il titolo del loro primissimo album, Quiet Is the New Loud, i Kings of Convenience rimangono una garanzia, sempre fedeli a loro stessi. Continuando sull’onda di quello che i critici hanno ribattezzato “New acoustic movement”, se vent’anni fa avevano scelto di prendere le distanze dal pop delle band usa e getta, dai suoni psichedelici e dalle chitarre elettriche, ancora oggi, il duo originario di Bergen sfila al fianco dei Simon & Garfunkel e dei Belle and Sebastian, rifiutando suoni di plastica e sintetizzatori.
Due chitarre acustiche, due sgabelli e uno sfondo nero che, qualche volta, si tinge dei colori dei boschi. Tanto basta per trasformare il Metropolitan in un non-luogo sospeso dove la nostalgia, la purezza delle ballate morbide, la chimica di due voci simili eppure perfettamente complementari sembrano avere il potere di cristallizzare il tempo, regalando al pubblico la magia di godere delle cose più semplici. Così, le canzoni dell’ultimo album – Rocky Trail, Angel, Catholic Country, Fever – trovano tutto lo spazio e l’attenzione dei presenti in una scaletta che privilegia il nuovo disco, ma che non dimentica i brani più datati come Mrs. Cold, 24-25, Stay out of Trouble e Misread.
Timidi e ironici, attenti al dettaglio, mai accondiscendenti e quasi surreali, i Kings of Convenience continuano così a fare quello che li ha sempre contraddistinti: non fare caciara, eppure riuscire a farsi ascoltare da tutti. Il ritorno sul palco, tra le pareti di un teatro, dopo una pandemia e dodici anni di assenza assomiglia così a un abbraccio, il più caldo del mondo. Assomiglia a un antico e saggio monito pronto a ricordarci che, nonostante i tempi bui, forse possiamo provare ancora a esser contenti. Come? Con una formula semplicissima: stare insieme e fare della buona musica.
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