Catania In Copertina

Catania verso lo sciopero per il clima: “Serve una drastica azione globale”

Una foto degli scioperi del 2019.
Catania aderirà all'imminente sciopero globale per il clima, rivendicando un'azione decisa per invertire rotta e salvare il pianeta. Ne hanno parlato con LiveUnict attivisti e volontari di Fridays For Future e della Comunità di Sant'Egidio.

Il covid-19 non è l’unica minaccia per l’umanità. La crisi climatica rappresenta un grande problema, che è necessario affrontare prima che sia troppo tardi. È necessario un cambiamento radicale nelle nostre vite e nel sistema di produzione delle aziende, sfruttando ancora di più le fonti rinnovabili. Ma soprattutto è necessario che tutti comprendano la gravità della situazione.

A tal proposito, il 31 agosto si è tenuta presso la Comunità di Sant’Egidio di Catania una video-conferenza che ha avuto come tema principale la crisi climatica. Durante l’incontro erano presenti numerosi volontari della comunità e gli attivisti della sezione locale di Fridays For Future. Durante la video-conferenza sono intervenuti altri attivisti della stessa associazione, provenienti dal Kenya, dal Pakistan e dal Bangladesh, Paesi che già adesso soffrono gravemente l’effetto dei cambiamenti climatici.

La Comunità di Sant’Egidio si offre alla causa

La Comunità di Sant’Egidio di Catania ha ospitato con piacere gli attivisti e le attiviste di Fridays For Future dichiara Francesco Rossitto, volontario della comunità intervistato ai microfoni di LiveUnict, a margine dell’evento -, perché con i GXP Giovani per la pace locali e mondiali riconosce come la tutela dei più deboli e dei diritti umani di tutte le persone del mondo“.

L’intervistato inoltre ha aggiunto che grazie alla “Scuola della pace”, un servizio gratuito della comunità, verso le persone in difficoltà, spesso si parla delle problematiche ambientali e della salvaguardia ambientale. “Chiaramente parlare ai bambini della crisi climatica è solo una piccola parte di ciò che serve per risolverla, dato che l’azione decisiva deve venire dai governi e dalle aziende, ma siamo certi che sia tra le cose davvero rilevanti e importanti che ciascuno di noi può fare per essere parte del cambiamento”, conclude Francesco.

Advertisements

Sfrutta i vantaggi di TEMU destinati agli studenti universitari per ottenere un pacchetto buono di 💰100€. Clicca sul link o cerca ⭐️ apd39549 sull'App Temu!

Verso lo sciopero del 24 settembre a Catania

Proprio nell’ottica di una maggiore consapevolezza dei rischi che l’umanità corre con i cambiamenti climatici, anche Catania parteciperà allo sciopero globale per il clima. L’appuntamento è fissato per il 24 settembre.

Verrà chiesta una rapida azione da parte dei leader mondiali, per affrontare la crisi climatica con le misure che la scienza ci indica – dichiara Alice Quattrocchi, attivista di Fridays For Future Catania, a LiveUnict -. C‘è   ancora la possibilità di non superare l’aumento di temperatura di un grado e mezzo e dunque di evitare la catastrofe climatica, ma per farlo è necessaria una rapida e drastica azione globale che attualmente non è in atto”.

L’attivista dichiara che si manifesterà non soltanto reclamando un’azione decisa sulla crisi climatica, ma anche le ingiustizie sociali. Le due problematiche infatti sono connesse. “Bisogna tenere in conto che non tutti subiamo le conseguenze della crisi climatica allo stesso modo, nessuno quindi deve essere lasciato indietro“, afferma.

Lo sciopero del 24 settembre dunque potrebbe essere una delle ultime possibilità per cambiare il corso degli eventi. “Sarà necessario  trasmettere ad ogni persona la necessità di  sfruttare al massimo questa opportunità e di concepirla come un vero momento storico”, conclude Alice.

Gli effetti della crisi climatica in Sicilia

La crisi climatica ha colpito tantissimi territori, tra i quali anche la Sicilia. Solo quest’anno sono andati in fumo circa 78 mila ettari di terreno a causa degli incendi, a causa dell’azione dell’uomo e delle temperature estreme raggiunte, che favoriscono il propagarsi delle fiamme. Ma cosa fare per evitare che questo problema si ripresenti ogni estate? “I lavori di prevenzione dichiara Alice Quattrocchi , invece di concludersi a metà giugno, come previsto per legge, iniziano quasi sempre a luglio, risultando tardivi e pressoché inutili”.

Inoltre, sarebbe necessaria una politica agro-forestale concentrata sul favorire il ripopolamento delle campagne e dei boschi, anche perché spesso gli incendi hanno origine in territori incolti. “Ci sono diverse associazioni che includono diversi esperti sul tema incendi e se ne occupano assiduamente – continua l’attivista di Fridays For Future Catania -, quest’ultime hanno chiesto provvedimenti da parte delle varie amministrazioni, hanno mandato lettere e vari reclami ma ciò non è bastato. Anche il tema incendi sarà trattato allo sciopero globale del 24 settembre, che coinvolgerà Catania come fatto altre volte in passato.

Gli argomenti della video-conferenza

In video-conferenza erano collegati Eric dal Kenya, Yussuf dal Pakistan e Farzana dal Bangladesh, sono tutti attivisti di Fridays For Future. Durante l’evento hanno parlato a lungo della crisi climatica e di come sia collegata alle diseguaglianze sociali. Le persone più povere, infatti, sentono di più la crisi climatica rispetto alle persone ricche. Ma le radici del problema sono molto profonde.

La crisi climatica mostra i suoi più gravi effetti nei loro territori per due motivi, dichiarano. Il primo è il colonialismo da parte dei Paesi occidentali, che ha portato negli anni una profonda crisi sociale ed economica, mentre il secondo motivo è legato alla posizione geografica di questi paesi, che spesso sono al centro di catastrofi naturali.

A questo si aggiungono le differenza di genere. Le donne sono più colpite dai cambiamenti climatici, sostengono gli attivisti, perché lavorano tantissime ore nei campi, a differenza degli uomini che svolgono lavori burocratici. Per questo cambiamenti climatici e ingiustizie sociali sono spesso collegate.

A conclusione dell’evento, per combattere la crisi climatica gli attivisti propongono una collaborazione globale, così da ottenere anche dei finanziamenti senza tasso di interesse per i paesi in via di sviluppo.

A proposito dell'autore

Paolo Salemi

Nato a Catania nel 2001, diplomato all'Istituto Tecnico Industriale Archimede. Studio scienze e lingue per la comunicazione, il mio più grande sogno è diventare giornalista, sono appassionato di sport e di scrittura. Faccio parte della redazione da maggio 2021, curo la rubrica ambiente e legalità.