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Ordinanza Musumeci, da oggi restrizioni in 55 Comuni: 15 nel Catanese

Da oggi stretta per i Comuni siciliani con meno vaccinati e più contagi: ecco cosa cambia e per chi.

Da oggi, 24 agosto, entra in vigore l’ultima ordinanza (la numero 85) firmata da Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana: così per 55 Comuni della Sicilia scatteranno delle restrizioni. Si tratta di quei centri che presentano una percentuale di vaccinati inferiore al 60% e, al tempo stesso, un’incidenza di contagi nei sette giorni (ovvero nel periodo che va dal 13 al 19 agosto) superiore a 150 casi per 100 mila abitanti.  

I Comuni coinvolti

Ma, nello specifico, in quali centri della Sicilia da oggi cambieranno le regole? I Comuni interessati dall’ordinanza sono molteplici, 15 soltanto nel Catanese. Ecco di quali si tratta:

  • in provincia di Agrigento: Licata, Porto Empedocle, Racalmuto, Ravanusa;
  • in provincia di Caltanissetta: Butera, Gela, Mazzarino, Niscemi (zona arancione), Riesi;
  • in provincia di Catania: Aci Castello, Castel di Iudica, Fiumefreddo di Sicilia, Grammichele, Gravina di Catania, Mascalucia, Mazzarrone, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Ramacca, San Cono, San Michele di Ganzaria, San Pietro Clarenza, Valverde, Viagrande;
  • in provincia di Enna: Barrafranca (zona arancione), Piazza Armerina, Pietraperzia;
  • in provincia di Messina: Pace del Mela, Rodì Milici, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, Villafranca Tirrena;
  • in provincia di Palermo: Capaci, Cinisi, Terrasini. Nel Ragusano: Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Ispica, Vittoria;
  • in provincia di Siracusa: Augusta, Avola, Carlentini, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Priolo Gargallo, Rosolini, Solarino;
  • in provincia di Trapani: Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Custonaci, Pantelleria.

Secondo le ultime indiscrezioni, tale elenco potrebbe allungarsi.

Le misure previste

Come già indicato, Barrafranca e Niscemi rappresentano un’eccezione: per questi comuni, secondo quanto proposto dalle Asp, è stata istituita la “zona arancione”. Questa entra in vigore oggi, 24 agosto, e sarà valida fino al 2 settembre. 

Nei Comuni della lista già elencata, invece, si introducono nuove regole. Nello specifico, da oggi vigerà:

  1. l’uso obbligatorio delle mascherine sia nei luoghi al chiuso che in quelli all’aperto più affollati (strade e piazze, per esempio). Tale obbligo, tuttavia, non riguarderà né i bambini di età inferiore ai 12 anni, né i soggetti che per via di specifiche patologie non possono usare il dispositivo di protezione, né chi svolge attività sportiva all’aperto;
  2. il divieto di assembramento nelle aree pubbliche;
  3. per i banchetti e gli eventi privati l’obbligo, sia per gli operatori che per i partecipanti, di tampone (da effettuare rigorosamente nelle 48 ore precedenti).

Inoltre, nei Comuni coinvolti,  l’Asp competente per territorio promuove, in accordo con i sindaci, il Distretto sanitario e la rappresentanza dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, un tavolo tecnico con l’obiettivo di raggiungere, all’interno del territorio, il target del 70 per cento di vaccinati in prima dose. Si precisa che la stessa Asp è tenuta a compiere tutti gli atti necessari al reclutamento di personale amministrativo e medico necessario per attivare la vaccinazione decentrata e a domicilio e a monitorare l’efficacia delle misure scelte.

Cosa succederebbe se quanto disposto non bastasse? Secondo quanto indicato nel documento alla scadenza , in caso di mancata crescita del target previsto di vaccinati (almeno in prima dose) e di fronte ad un’incidenza dei contagi superiore a 250 casi per centomila abitanti, potranno scattare ulteriori misure di contenimento.

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