Nasce il problema delle varianti del virus Covid-19 che potrebbe far aumentare il numero dei contagi. Come già accade in altri paesi europei e non, alcune varianti stanno spingendo i governi a reintrodurre limitazioni che sembravano ormai superate grazie alla campagna di vaccinazione.
L’Italia è diventata da poco zona bianca, con eccezione della Valle D’Aosta, ma adesso a preoccupare sono le varianti che stanno già causando un’impennata dei contagi in paesi vicini al nostro, nonostante la campagna vaccinale proceda spedita in tutta Europa. Il Regno Unito ha infatti posticipato la data di riaperture proprio a causa della variante che sta facendo nuovamente alzare il tasso di contagio nel Paese, allo stesso modo Israele ha reintrodotto l’obbligo delle mascherine al chiuso.
In particolare la variante Delta (ex variante indiana) sta causando qualche problema, dato che dai primi studi pare avere una mutazione in grado di produrre una maggiore trasmissibilità e la possibilità di eludere parzialmente la risposta immunitaria. Nonostante questo però i vaccini restano l’arma fondamentale e ad oggi risultano essere funzionanti, solo che bisognerà attendere anche la somministrazione della seconda dose per ottenere una risposta immunitaria in grado di reagire anche alla variante Delta.
Le varianti però preoccupano il sistema sanitario nazionale, che potrebbe a breve correre ai ripari. Ciò emergerebbe dalla bozza di monitoraggio settimanale dell’Iss-Ministero della Salute, in questo momento all’esame della cabina di regia. Queste mutazioni del virus hanno portato, secondo quanto scritto dai tecnici, ad un inatteso aumento del numero dei casi registrati in altri paesi europei già con un’alta copertura vaccinale.
Pertanto è richiesto un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi rilevati, oltre che un’elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione previsti, per evitare un aumento pericoloso dell’impatto del Covid-19.
Tuttavia il nostro Paese mantiene un indice di contagio stabile allo 0,69% con costante riduzione dell’incidenza, 11 casi ogni 100 mila abitanti (dati di ieri). Tutte le regioni e le province autonome sono classificate a rischio basso, eccetto il Molise che presenta rischio moderato. Anche le terapie intensive o l’area medica dedicata al Covid-19 restano molto al di sotto della soglia critica di occupazione dei posti
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