La Camera dei deputati ha finalmente approvato il disegno di legge per rendere abilitanti alcune lauree, come Odontoiatria, Farmacia, Psicologia e Veterinaria. Presto ci saranno notizie anche sui corsi di Biologia, Chimica e Fisica.
Si discute da tempo di lauree abilitanti, soprattutto da quando quella in Medicina, a seguito dell’emergenza sanitaria, lo è diventata.
La Camera dei deputati ha finalmente approvato il disegno di legge riguardante il rendere abilitanti alcune lauree: adesso è il turno di odontoiatria, farmacia, psicologia e veterinaria. Ora il testo passa al Senato, dopo l’approvazione della Camera con 330 voti favorevoli e solo uno contrario.
Si potrà conseguire il titolo accademico e il titolo di abilitazione, dopo aver superato una prova pratica. La valutazione della parte pratica del proprio percorso di studi, infatti, verrà effettuata durante la discussione della tesi di laurea, in modo tale da permettere sin da subito agli studenti di esercitare la professione.
Manuel Tuzi, il relatore di questo provvedimento, spiega che, in questo modo, l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro verrebbe anticipato da 3 mesi a circa un anno e mezzo. Inoltre, secondo Tuzi, l’effettiva applicazione di questa legge dovrebbe avvenire verso l’autunno 2022, cioè a partire dall’anno accademico “successivo a quello dell’approvazione dei decreti rettorali”.
“L’approvazione da parte dell’assemblea della Camera della proposta di legge che introduce nuove disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti è un segnale davvero importante: Governo e Parlamento stanno puntando realmente sui giovani, sulla loro formazione, sul futuro del Paese“. È così che Maria Cristina Messa, la Ministra dell’Università e della Ricerca, commenta l’approvazione di questo disegno di legge.
E ancora: “È la prima riforma ordinamentale presentata dal Governo – spiega la Ministra – su proposta del ministro Manfredi, al Parlamento funzionale all’attuazione del PNRR e arriva a una sola settimana di distanza dall’approvazione in prima lettura, sempre alla Camera, del testo con le nuove disposizioni in materia di attività di ricerca e di reclutamento dei ricercatori nelle Università e negli enti pubblici di ricerca. Non mi stancherò mai di ripeterlo: perché ci sia davvero una svolta nella crescita competitiva del Paese agli investimenti devono essere affiancate le riforme e le semplificazioni. Quello di oggi è un segnale concreto del fatto che con le Camere si sta lavorando bene, e insieme, perché le riforme che servono al mondo dell’università e della ricerca siano definite e approvate il prima possibile“.
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