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Giorno della Memoria: ecco i film da non perdere, per non dimenticare

Pietre miliari del cinema ma anche della storia: ecco alcuni film da non perdere assolutamente nel ricorrere della Giornata della Memoria.

Per la Giornata della Memoria, una delle pagine di storia più oscure di tutta l’umanità, è quasi un dovere morale ripercorrere con le emozioni quanto accadtuto: non dimenticare per non ripetere. Il panorama di materiali è davvero sterminato, moltissime le testimonianze scritte, filmate. In questo caso, ricorrere al racconto cinematografico si prospetta come un buon modo rivivere, attraverso una prospettiva straniante, gli orrori dello sterminio perpetrato dai nazisti.

Segue una lista di visioni da non perdere e vedere almeno una volta, capolavori e pietre miliari del genere, e una seconda lista di visioni, sempre pertinenti con l’argomento della Giornata della Memoria, più originali e artisticamente ricercate.

Giorno della Memoria: 10 film sulla Shoah da non perdere

  • “Il diario di Anna Frank” (1959): Amsterdam, 1945. Otto Frank è l’unico sopravvissuto della sua famiglia e ritorna dal campo di sterminio in cui era internato. Arrivato nella soffitta dove si era nascosto pochi anni prima insieme alle figlie Anna e Margot e alla moglie Edith ritrova il diario di sua figlia. Leggendolo la sua mente ritorna al 1942 quando, per sfuggire alle SS (chiamate nel film Polizia verde) si rifugiarono, grazie all’aiuto di Miep e del signor Kraler, amici ed ex dipendenti di Otto, in una soffitta che si trovava sopra una fabbrica di spezie, di proprietà di Otto, nel centro di Amsterdam.
  • “The Schindler’s List” (1993): Nella Germania della II Guerra Mondiale l’industriale Oskar Schindler entra in affari con i nazisti per ottenere manodopera a basso costo per la sua fabbrica di stoviglie. A poco a poco quello che era iniziato come un progetto speculativo si trasforma in una vera e propria opera umanitaria. Schindler salverà milioni ebrei dai campi di concentramento.
  • “Shoah” (1986): La lunga pellicola si compone delle testimonianze sia delle vittime sopravvissute, che degli autori del sistematico annientamento degli ebrei ad opera del Terzo Reich. Lanzmann vi lavorò per ben 11 anni, dal 1974 al 1985. La Berlinale gli conferì nel 2013 il “Goldenen Eherenbären”. Il suo film rimane un’opera magistrale epocale della cultura della memoria.
  • “Il pianista” (2002): Siamo alle porte del secondo conflitto mondiale e iniziano le prime limitazioni naziste nei confronti degli ebrei. La situazione peggiora rapidamente fino a sfociare nella terribile realtà dei campi di concentramento, descritti attraverso gli occhi del protagonista, un talentuoso pianista ebreo.
  • “La vita è bella” (1997): capolavoro vincitore di tre premi Oscar. Film sospeso tra commedia e dramma, sul tema dell’Olocausto, affrontato con inguaribile speranza dal protagonista.
  • “Kapò” (1959): Dramma sociale ambientato nella Polonia occupata dalla Germania nazista. In un campo di concentramento, la giovane ebrea Susan Strasberg tradisce il suo popolo alleandosi con i tedeschi. Ma l’amore la renderà capace di sacrificarsi per i prigionieri e aiutarli nella fuga.
  • “Tran de vie” (1998): Nel 1941 gli abitanti di un villaggio ebraico rumeno, per sfuggire alla deportazione nei campi di concerntramento, allestiscono un finto convoglio ferroviario con il quale tentano di raggiungere la Palestina. Favola tragica, non priva di umorismo, con finale a sorpresa.
  • “Il giardino dei Finzi Contini” (1970): A Ferrara, negli anni che preludono alla seconda guerra mondiale, solo pochi amici sono ammessi nella ricca villa e nel bel giardino della famiglia israelita dei Finzi-Contini. Tra questi vi sono due giovani, Giorgio e Giampaolo. Ma ben presto le vicende private e le pene di cuore vengono travolte dalla ben più grande tragedia collettiva della guerra.
  • “Mr. Klein” (1976): Nella Parigi occupata dai nazisti, l’usuraio Klien è perseguitato dalla presunta esistenza di un suo omonimo e sosia. Losey, infine, filma l’inesorabile ambiguità del contrappasso.
  • “La scelta di Sophie” (1982): La scelta di Sophie, ebrea ex internata in un campo di sterminio nazista, fu quella di abbandonare al suo destino la figlioletta per salvare sé stessa e l’altro figlio, divenendo collaboratrice del comandante del lager di Auschwitz. Una scelta che ha segnato angosciosamente la sua vita, e che racconta, dopo la guerra, a Stingo, Questi è uno scrittore coinquilino nella casa in cui abita a New York, che è diventato amico suo e del marito, un geniale ma nevrotico intellettuale. Lo strano ménage a tre continua finché Sophie, dopo essersi concessa allo scrittore innamoratosi di lei, si suicida insieme al marito.
  • “Il grande dittatore” (1940): Alla fine della Grande Guerra un barbiere ebreo torna nel suo paese in Germania, dove un dittatore megalomane infervora la nazione con l’antisemitismo. Per questo motivo subirà i soprusi più svariati, ma per la sua somiglianza al dittatore stesso, il malcapitato riuscirà anche a prendersi le sue piccole rivalse.

Giorno della Memoria: 10 visioni originali consigliate sulla Shoah

  • “Notte e nebbia” (1956): documentario cinematografico di carattere storico sull’Olocausto della durata di trentadue minuti realizzato nel 1956 dal regista francese Alain Resnais su un progetto dello storico Henri Michel e con il patrocinio del Comité d’histoire de la seconde guerre mondiale in occasione del decimo anniversario della Shoah, il genocidio del popolo ebraico.
  • “Diversi” (1938):  Attraverso interventi e testimonianze, letture e documenti, Giorgio Treves ricostruisce il contesto, la genesi e la natura della legislazione antiebraica dalla sua fase di avvio, alla confluenza tra razzismo coloniale e antisemita, fino ai tardivi risarcimenti da parte della Repubblica. I filmati d’epoca scorrono e mostrano come in Italia il Fascismo si sia sempre collocato e strutturato in una strumentale continuità storica della stirpe romano-italica, di cui rappresenta l’approdo evolutivo e di cui la matrice cattolica ha costituito il formidabile collante da cui l’ebreo restava alieno, minaccia per la società italiana che ‘a ragione’ lo rigettava come corpo estraneo, straniero.
  • “Arrivederci ragazzi” (1987): Louis Malle in stato di grazia ci dà il suo Amarcord, la storia dei suoi anni di scuola in un collegio di provincia. A scuola il piccolo Louis (nel film, Julien) stringe amicizia con un coetaneo un po’ misterioso, ma intelligente e sensibilissimo. Il loro rapporto verrà brutalmente troncato dall’arrivo della Gestapo (siamo nel 1944, la Francia è occupata) che porta via l’amico di Julien perché ebreo.
  • Jona che visse nella balena” (1993): La prospettiva di un bambino sull’Olocausto. Un bambino olandese di 4 anni viene catturato insieme ai suoi genitori e portato nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Basato sul racconto autobiografico di Jonah Oberski.
  • “Bastardi senza gloria” (2009): Francia, 1940. Dopo avere assistito all’esecuzione della sua famiglia da parte dei nazisti, Shosanna Dreyfus si rifugia a Parigi, dove gestisce un cinema e prepara la sua vendetta. Contemporaneamente, da qualche parte in Europa, un gruppo di soldati ebrei americani infiltrati dà la caccia ai nazisti, eseguendo una serie di sanguinose azioni punitive. Con l’aiuto di un’attrice tedesca, questi preparano un’operazione di più ampia portata. Nel cinema di Shosanna.
  • “Jojo Rabbit” (2019): Jojo, un bambino cresciuto dalla sola madre, ha come unico alleato il suo amico immaginario Adolf Hitler. Il suo ingenuo patriottismo viene però messo alla prova quando incontra una ragazzina che stravolge le sue convinzioni sul mondo, costringendolo ad affrontare le sue paure più grandi.
  • “The Reader” (2008): Negli anni 50, un giovane tedesco scopre che l’amante è stata guardiana di un campo di concentramento. Dal romanzo autobiografico di Bernhard Schlink.
  • “Il viaggio di Fanny” (2016): basato sulla vera storia di Fanny Ben-Ami, una ragazzina ebrea che nel 1943, durante l’occupazione tedesca in Francia, viene mandata insieme alle due sorelle in una colonia in montagna. Un viaggio emozionante sull’amicizia e la libertà raccontato attraverso gli occhi dei bambini.
  • “Senza destino” (2005): Budapest: Köves, 15 anni, vede la sua vita cambiare con l’avvento del nazismo. La popolazione ebrea inizia a essere discriminata, le persone che prima erano vicine alla sua famiglia, prendono le distanze… E poi iniziano le deportazioni ad Auschwitz e Buchenwald.
  • “Corri ragazzo corri” (2013): Jurek ha circa nove anni quando fugge dal ghetto di Varsavia. Costretto a separarsi dai fratelli e dai genitori per salvarsi dai nazisti, vivrà i durissimi tre anni che lo separano dalla fine della guerra nei boschi e nei villaggi vicino alla capitale. Imparerà a dormire sugli alberi e a cacciare per nutrirsi. Sopravviverà ai gelidi inverni chiedendo ospitalità, contraccambiandola con manodopera. In questo duro viaggio, Jurek, incontrerà persone che lo aiuteranno ed altre che lo tradiranno ma non perderà mai la forza per andare avanti.