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Esame avvocato 2020: “Prove orali e correzioni compiti da remoto”

Il Consiglio Nazionale Forense avanza la richiesta di svolgere l'esame di abilitazione per avvocato 2020 in sicurezza, ricorrendo anche alle procedure online, per evitare assembramenti e contatti sociali in sede di prova.

Esame avvocato 2020: la data della prova orale per l’abilitazione di avvocatura 2020 si avvicina e il Consiglio Nazionale Forense avanza la proposta di spostare lo svolgimento dell’esame, dato la situazione sanitaria nazionale sui contagi e i positivi. Quello che il Consiglio chiede è una proroga del termine previsto dal decreto Rilancio per autorizzare lo svolgimento a distanza di tutte le prove orali dell’esame da avvocato, includendo anche quelle calendarizzate dopo il 30 settembre, laddove non sia possibile garantire un corretto esame orale in presenza 2020.

Inoltre, in merito alle prove scritte dell’esame di avvocato 2020 che si terranno nelle giornate del 15, 16 e 17 dicembre è stato richiesto la possibilità di consentire alle sottocommissioni che ne ravvisino la necessità motivandola, la correzione da remoto degli scritti, oltre alla necessità di aumentare o meglio dislocare i locali per l’esame, da adibire non solo nelle Corti d’Appello ma anche nelle sedi dei tribunali accorpate per provincia. Per poter procedere in sicurezza bisognerà ovviamente implementare il numero di personale addetto alla vigilanza e alle operazioni di espletamento delle prove scritte, in modo da garantire il diritto alla salute dei candidati.

Ma rimane poco tempo per avere l’accordo e poter procedere così al reperimento dei locali adatti per poter svolgere gli esami scritti di avvocato 2020 in sicurezza. La consapevolezza della complessità di individuare in tempi brevi sedi e personale ulteriore rispetto a quelli programmati e il costante aggravarsi della situazione epidemiologica, induce a prendere in considerazione un rinvio della sessione 2020. Nel determinarne i tempi, tuttavia, occorrerà prestare particolare attenzione in quanto rinviare le prove significa posticipare l’abilitazione dei candidati che concludono la pratica nel corso del 2020. È inevitabile che si riaccenda il dibattito sulle lauree abilitanti, una riforma universitaria richiesta a gran voce da docenti, neolaureati e dallo stesso ministro Manfredi, ma che ha di fatto escluso molte categorie, tra cui gli avvocati.  Di conseguenza, verrà ritardata l’iscrizione all’albo che, anche in considerazione delle conseguenze economiche dell’emergenza pandemica, e pare suscettibile di rappresentare un significativo pregiudizio per gli aspiranti avvocati.

 

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