Telecom Italia aveva posticipato il termine ultimo per la decisione sulla prevista cessione di una quota di minoranza della propria rete di ultimo miglio al fondo Usa Kkr.
Il governo ha dato il via libera all’ingresso del fondo americano Kkr nella rete secondaria di Telecom Italia, quella in rame e fibra che connette gli armadi alle abitazioni.
Lo scrive La Repubblica sottolineando come il percorso che potrebbe portare alla rete unica per le telecomunicazioni è lungo e non privo di ostacoli, ma “ora che l’operazione Kkr-FiberCop ha avuto l’ok del governo, si inizia a intravedere la possibilità di siglare una lettera d’intenti che metta d’accordo tutti gli interessi in gioco”.
KKR è un operatore internazionale di private equity, specializzato nel segmento di leveraged buyout, con sede a New York. Dalla sua fondazione la società ha completato oltre 400 miliardi di dollari in transazioni nel settore del private equity. Nel 2017 la somma amministrata era di 153 miliardi di dollari.
Sull’operazione c’è il parere favorevole del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha fatto sapere di ritenere la costituzione da parte di Tim di una società della rete “un passaggio opportuno” e di non avere preclusioni sul fatto che il gruppo guidato da Gubitosi possa avere la maggioranza azionaria. Così FiberCop sarebbe il primo embrione verso la creazione della rete unica con OpenFiber.
Lo scorso 4 agosto Telecom Italia ha posticipato al 31 agosto il termine per una decisione sulla prevista cessione di una quota di minoranza della propria rete di ultimo miglio al fondo Usa Kkr, su richiesta del governo di negoziare un accordo per un’infrastruttura di rete unica con la concorrente Open Fiber.
Tim è da mesi in trattative su una fusione Open Fiber, controllata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti, ma problemi relativi a governance e regolamentazione si sono finora frapposte a un potenziale accordo. Cdp detiene anche una partecipazione del 10% in Tim.
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