Il ministro Gaetano Manfredi commenta la ripresa delle lezioni, tra riduzione della capienza delle aule al 50% e obbligo della mascherina.
Gaetano Manfredi
Sono state approvate oggi le linee guida per l’università per settembre. In una intervista al quotidiano La Repubblica, il ministro per l’Università e la Ricerca Gaetano Manfredi ha parlato della ripresa delle lezioni. Obbligo di mascherina per gli studenti, capienza ridotta delle aule e numero di iscritti al prossimo anno accademico sono stati i principali punti di cui si è discusso.
“L’università torna in aula secondo una modalità mista che consentirà alle matricole un buon avvio del loro percorso accademico – scrive Manfredi sul suo profilo Facebook nel comunicare l’adozione delle linee guida -. La ripresa dell’attività didattica non può prescindere dalle garanzie che dobbiamo fornire ai ragazzi a causa del Covid-19: siamo riusciti a raggiungere un equilibrio tra l’esigenza della riapertura e la sicurezza. Il nostro approccio tiene in considerazione le diverse esigenze degli studenti, in particolare di quelli fuori sede e stranieri, i quali potranno comunque beneficiare della didattica a distanza”.
Le aule andranno riempite, infatti, per un massimo del 50% della loro capienza, nel rispetto delle regole di distanziamento. “Intanto è un ritorno in università: è un segnale di partenza – commenta Manfredi, soddisfatto al riguardo -. Importante era garantire a tutti la continuità didattica, così come è stato fatto durante il lockdown. Di qui la scelta di una didattica mista che riporta gli studenti in aula”.
Inoltre, nelle linee guida si afferma che la mascherina dovrà essere tenuta sia in aula che negli spazi dell’intero Ateneo. “Non sono bambini, ma ragazzi già adulti, possono sopportare il dispositivo – spiega Manfredi a La Repubblica argomentando la decisione presa -. Confidiamo nel loro senso di responsabilità. Questo ci consente di poter garantire la massima sicurezza in aula. Per decomprimere l’affollamento, l’indicazione che diamo agli atenei è anche ad estendere la durata della attività didattica dalla mattina alla sera e al sabato”.
Infine, il ministro dell’Università e della Ricerca si dichiara “moderatamente fiducioso” per la ripresa delle iscrizioni, malgrado alcuni studi suggerissero un calo del 20% di immatricolati: “i dati sono incoraggianti, gli iscritti nei corsi a numero programmato sono gli stessi dello scorso anno in alcuni atenei che hanno riaperto le iscrizioni dal primo agosto”.
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