L'ateneo catanese rafforza la collaborazione con la società NTET produttrice anche di mascherine. Il rettore Priolo si dice molto soddisfatto per la collaborazione instaurata con una importante azienda di caratura internazionale. La NTET, grazie al catanese Anti-Covid Lab, ha ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità alla produzione delle mascherine.
L’università di Catania rafforza la sinergia con le aziende che hanno scelto l’Anti-Covid Lab dell’Ateneo. “Siamo molto soddisfatti per la collaborazione instaurata con una importante azienda di caratura internazionale che grazie al nostro Anti-Covid Lab ha ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità alla produzione delle mascherine e siamo maggiormente consapevoli dell’importanza della sinergia con i Laboratori Nazionali del Sud dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che dimostra come la ricerca e l’innovazione abbiano un impatto notevole sul territorio anche in momenti complicati come questo”.
Con queste parole il rettore Francesco Priolo ha ringraziato stamattina, nel corso di un incontro in Rettorato, il Cavaliere del lavoro Francesco Tornatore, fondatore ed amministratore unico del gruppo NTET SpA, una delle aziende che si sono affidate all’Anti-Covid Lab per la verifica delle qualità funzionali di tessuti destinati alla realizzazione di DPI per la prevenzione del contagio nell’emergenza Covid-19.
Proprio nei giorni scorsi, infatti, le mascherine chirurgiche “di tipo I e II” delle aziende Ro.Ga. e NTET a scopo sanitario testate e validate dall’Anti-Covid Lab, il laboratorio per la verifica delle qualità funzionali di tessuti destinati alla realizzazione di DPI per la prevenzione del contagio nell’emergenza Covid-19, promosso dall’Università di Catania e dai Laboratori Nazionali del Sud dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (LNS- INFN), avevano ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) a essere prodotte, commercializzate e utilizzate. La “NTET”, con sede a Belpasso, ha anche ottenuto il marchio CE per i prodotti testati nello stesso laboratorio.
La certificazione ISS rappresenta un traguardo fondamentale per il laboratorio Anti-Covid, che in questi mesi di attività nei locali del BRIT – tramite la Ripartizione Trasferimento Tecnologico della Area della Terza Missione dell’Università di Catania – ha effettuato centinaia di test per aziende, onlus e altre realtà territoriali, compresi istituti penitenziari, di tutta Italia. Le analisi effettuate dal team di lavoro sono servite a verificare la capacità batterio filtrante, la traspirabilità e il carico biologico (condizioni necessarie per ottenere un’eventuale certificazione da parte dell’Iss) o come analisi suppletive per individuare mascherine ad uso sociale con elevati parametri di efficienza filtrante.
Nel corso dell’incontro il cav. Francesco Tornatore, fondatore ed amministratore unico del gruppo NTET SpA – che ha stabilimenti in Sicilia, nel Nord Italia e in Cina, leader in Italia nella fabbricazione di componenti per le reti telefoniche e per le reti di distribuzione di energia elettrica – ha sottolineato “la storia di impegno e successo di entrambi le parti, l’Università ed il mondo imprenditoriale, che in piena emergenza hanno voluto e saputo collaborare e, a a maggior ragione, sapranno farlo anche in futuro”.
Presenti all’incontro anche l’ing. Giuseppe Rizzo e l’ing. Giuseppe Cirrone per NTET, il delegato del rettore al Trasferimento tecnologico Antonio Terrasi insieme con Nunzio Tuccitto dell’Università di Catania e Mario Musumeci del Lns-Infn.
Proprio NTET, estranea al campo dei tessuti e dei prodotti medicali, è riuscita a realizzare mascherine chirurgiche di altissima qualità anche grazie alla continua, quasi quotidiana, comunicazione tra l’azienda ed il team dell’Anti-Covid Lab.
“Va sottolineato, infatti, come il percorso iniziale di semplice richiesta dei test su tessuti e mascherine si sia man mano arricchito, trasformandosi in un vero e proprio accompagnamento e supporto scientifico nei confronti delle aziende, che hanno così potuto migliorare il loro prodotto fino a raggiungere i risultati desiderati – ha spiegato il prof. Antonio Terrasi -. Una sinergia tra ricerca, trasferimento tecnologico e rapporti con il territorio che sempre di più sta caratterizzando il nuovo corso dell’Ateneo catanese”.
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