L'odio verso gay e trans potrebbe diventare reato. Il testo della legge è pronto e verrà presentato alla Camera nei prossimi giorni.
Il 28 giugno, data simbolica per il movimento LGBT – tanto da essere stata scelta come “giornata mondiale dell’orgoglio LGBT” – in memoria degli scontri tra polizia e protestanti omosessuali avvenuti a Stonewall nel 1969, potrebbe caricarsi di ulteriore significato: a cinquantuno anni dai moti, in Italia viene avanzata la proposta di legge contro la violenza e la discriminazione per ragioni di orientamento sessuale e identità di genere.
Il testo della legge contro l’omotransfobia verrà deposta domani, 30 giugno, alla Camera: la proposta è quella di ampliare la “legge Mancino”, che punisce i reati di odio per ragioni etniche, religiose o di nazionalità. Previsti quattro anni di carcere per chi discrimina gay o trans.
Il relatore, Alessandro Zan, spiega in un’intervista rilasciata a La Repubblica che “in Italia esiste un serio problema di razzismo e discriminazione verso le persone omosessuali e transessuali“. Dichiara inoltre che “in Parlamento c’è una maggioranza compatta e decisa ad approvare la legge che introduce anche del reato di misoginia, ossia di odio contro le donne“.
La nuova proposta di legge, però, non è bene accetta a tutti: i movimenti Pro-life e i vescovi della Conferenza episcopale si oppongono, sentendosi privati della libertà di esprimere critiche verso forme di famiglia, sessualità e amore delle comunità LGBT, diverse da quelle “tradizionali”. Zan sottolinea che sostenere che l’unica famiglia sia quella composta da madre e padre non sarà classificato come reato, ma punibili penalmente saranno le azioni di odio contro le famiglie arcobaleno. Ha inoltre spiegato il relatore che la legge prevede anche delle azioni di sensibilizzazione e prevenzione: “Dalla giornata contro l’omofobia alle case rifugio per giovani LGBT cacciati dalle famiglie e perseguitati“.
Nel rapporto reso noto dall’Agenzia europea dei diritti fondamentali (FRA), l’Italia gode di un triste primato come uno dei Paesi con il tasso più alto di discriminazione; molti Paesi dell’Unione Europea, per di più, non possiedono affatto una legge che punisca azioni di odio e discriminazione.
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