Bisogna riconoscere ai docenti il ruolo di educatori e formatori degli studenti, non soltanto in ambito accademico ma per esteso, nella vita. Un buon docente, o uno cattivo,Ā segna lo studente a livello umano, puĆ² influenzare il suo modo di pensare e le sue scelte di vita. Se ci pensiamo bene passiamo gran parte del tempo tra i banchi dellāuniversitĆ , e il nostro rapporto con i docenti non ĆØ quindi assolutamente qualcosa che passa in secondo piano, sono figure importanti nella nostra vita.Ā
Che rapporto lega docenti e studenti?
Sin dalle scuole elementari, il rapporto studenti-docenti ĆØ sempre stato un punto centrale della vita scolastica di ciascuno di noi. AllāuniversitĆ , dove si frequenta una varietĆ di corsi e spesso ci sono numeri da stadio, ĆØ ancora possibile instaurare un certo tipo di rapporto, fatto di dialogo e scambio, con i docenti?Ā āNei tre anni da frequentante il numero di studenti ĆØ sempre stato abbastanza elevato, circa 200 il primo anno, e 70/80 secondo e terzo anno. Non cāera quindi un rapporto confidenzialeĀ – dichiara una studentessa di Ingegneria elettronica – come quello che si puĆ² avere in una specialistica dove il numero di studenti ĆØ nettamente inferiore. Nonostante ciĆ², ci sono stati casi di professori che si sono mostrati sempre disponibili. Anche in questa situazione dovuta al Coronavirus mi ĆØ capitato di trovare professori propensi ad aiutarti in ogni modo, facendo ricevimenti in webcam ed a tu per tuā.
Decisamente negativo, invece, il parere di una studentessa di giurisprudenza: āil rapporto che, da cinque anni a questa parte, ho avuto con i docenti ĆØ sempre stato distaccato e rigido: da noi, a giurisprudenza, i numeri elevati di studenti non permettono sicuramente un tipo di rapporto differente. I docenti sono costretti a rapportarsi con classi numerose, che vanno in media da un numero di 30 a 100 persone (nelle lezioni piĆ¹ seguite)ā.
I commenti tra i banchi
Tra i diversi dipartimenti della nostra universitĆ spesso sono riscontrabili alcune differenze in merito alla tipologia delle lezioni. Una studentessa di economia aziendale riporta la sua esperienza: āĆØ difficile definire le lezioni del mio corso di laurea con una sola parola, proprio perchĆ© variegate e differenti. In riferimento alla magistrale, non mancano le noiosissime lezioni durante la quale il prof si limita alla lettura delle stesse ma di contro altre sono molto dinamiche e pratiche grazie alla creazione di progettiā.
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Cosa potrebbero fare, dunque, i docenti per migliorare la qualitĆ dellāinsegnamento? āIntegrerei tali progetti anche alla triennale – commenta la ragazza -. Premetto che i libri sono l’essenziale, ma 1200 pagine studiate insieme ad altre materie restano ben poco nella mente dello studente, a meno che non si integrino con la pratica:Ā a quel punto si raggiunge la completezza. Inoltre, la pratica e/o i progetti dovrebbero essere seguiti dai professori che facciano sperimentare seriamente la realtĆ , senza sovraccaricare lo studente con unāeccessiva mole di studioā.
Lāesperienza vissuta tra i banchi universitari varia da studente a studente e c’ĆØ certamente chi ha delle esperienze positive. A tal proposito, una studentessa di ingegneria parla di apertura e dialogo con gli insegnanti: ācon tutti i professori incontrati nel mio percorso di studi le lezioni sono state sempre aperte, in qualsiasi momento era possibile interrompere il professore per qualsiasi tipo di domanda, si interagiva molto, spesso i professori chiamavano alla lavagna per far svolgere degli esercizi in modo da renderci ancora piĆ¹ partecipi e protagonisti, invece che sempre ascoltatoriā.
Da giurisprudenza, invece, la voce ĆØ di tuttāaltro avviso: āe lezioni sono state tutte abbastanza simili in questi cinque anni: hanno sempre seguito lāimpostazione classica, basata su spiegazione/appunti e lasciando gli eventuali interventi e/o domande degli studenti a fine lezione. Considerato lāelevato numero di studenti, sarebbe difficile pensare e suggerire modalitĆ differenti di approccio tra professori e studenti. Personalmente preferirei una classe composta da meno persone che desse la possibilitĆ agli studenti di fare piĆ¹ domande e colmare le proprie lacuneā.
Le richieste degli studenti per una didattica migliore
āSe fossi dallāaltro lato della cattedraā. SarĆ sicuramente capitato almeno una volta nel proprio percorso di studi di pensare a cosa avremmo fatto se fossimo stati noi i professori, cosa avremmo migliorato nellāinsegnamento impartito agli studenti. Cosa farei se fossi docente? Le voci a questo interrogativo danno quasi tutte la stessa risposta, a prescindere dal corso di laurea di appartenenza, sia che esso sia scientifico o umanistico: gli studenti reclamano una maggiore partecipazione possibile alle lezioni, un coinvolgimento che vada oltre il semplice schema spiegazione/ascolto. Interventi, dialoghi, progetti. Dal corso di laurea in lingue una studentessa chiede partecipazione attiva alle lezioni e corsi quanto piĆ¹ vicini possibile alla pratica. Ā
Certamente ĆØ complesso pensare ad un coinvolgimento personale di ciascuno studente, specialmente allāinterno di corsi di laurea che contano numeri elevati a lezione. Ć perĆ² da tener conto questa voglia degli studenti di instaurare un rapporto personale, di confronto libero con i docenti, considerato profondamente stimolante e utile per il proprio percorso di crescita.Ā