Da pochi giorni è sulla bocca di tutti, ma pochi sanno davvero di cosa si tratti nel preciso. Il Meccanismo europeo di stabilità è nato nel 2012 e serve ad aiutare gli Stati appartenenti all’Unione Europea che si trovino in condizioni di insolvenza a causa di crisi finanziarie. Ma cos’è il MES, di preciso?
Cos’è il MES: il Fondo salva-Stati della discordia
Detto anche “fondo salva-Stati“, il MES è attivo da luglio 2012 con una capacità di oltre 650 miliardi di euro, compresi i fondi residui dal fondo temporaneo europeo, pari a 250-300 miliardi. Il motivo per cui molti politici di diversi schieramenti hanno attaccato il MES ultimamente è che le concessioni agli Stati in crisi richiedono delle condizioni particolarmente dure per poter sbloccare i finanziamenti.
Il fondo emette prestiti (concessi a tassi fissi o variabili) per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà e acquista titoli sul mercato primario. Queste condizioni rigorose “possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite” (art. 12). Potranno essere attuati, inoltre, interventi sanzionatori per gli Stati che non dovessero rispettare le scadenze di restituzione i cui proventi andranno ad aggiungersi allo stesso MES.
Tra le altre cose, “in caso di mancato pagamento, da parte di un membro dell’Esm, di una qualsiasi parte dell’importo da esso dovuto a titolo degli obblighi contratti in relazione a quote da versare […] detto membro dell’Esm non potrà esercitare i propri diritti di voto per l’intera durata di tale inadempienza”. Tuttavia, queste regole generali non valgono per il MES “light” stabilito qualche giorno fa dall’UE per fronteggiare la crisi causata dal coronavirus.
MES “light”: cos’è e cosa cambia
Il MES approvato, come specificato nella serata di ieri nel corso della conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, è una versione leggera di quello in vigore dal 2012. Infatti, i prestiti vengono concessi soltanto per fronteggiare la crisi sanitaria e possono essere spesi per interventi esclusivamente in questo determinato settore. Inoltre, cosa più importante, il MES “light” non ha le condizioni rigorose di quello ordinario.
Come ha sottolineato lo stesso ministro Gualtieri, infatti: “sul Mes è stata eliminata ogni condizionalità, si è introdotto uno strumento facoltativo, una linea di liquidità fino al 2% del Pil, che può essere attivato senza condizione”. Una norma che consentirebbe all’Italia di mettere in campo circa 35 miliardi di euro.