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Coronavirus: dagli asparagi al calesse, cinque denunce nel Catanese con scuse assurde

Le restrizioni causate dalla situazione di emergenza pandemica non sono ancora ben chiare ai cittadini di Catania e dintorni. Dalla scusa della raccolta di asparagi al giro sul calesse, aumentano i casi di arresti e denunce per i motivi più incomprensibili.

Le nuove misure restrittive per il contenimento del contagio da Covid-19 obbligano la cittadinanza a rimanere a casa più tempo possibile. Purtroppo, però, la gravità del problema non è avvertita da tutti, anzi, molti sono ancora convinti di poter svolgere la loro vita normalmente, andando in giro tranquillamente, inconsapevoli dei rischi in cui mettono loro stessi e gli altri.

È il caso di due uomini, padre e figlio, a Randazzo (Ct), che sono stati denunciati dai Carabinieri perché trovati nel bel mezzo delle campagne catanesi con la scusa di raccogliere asparagi. A Mascali la situazione non migliora, dato che un 67enne fino a ieri faceva un giro con il suo calesse per le vie del paese. L’anziano è stato, poi, denunciato alle autorità in via Noci a Piedimonte Etneo, dopo che non è riuscito a dare ai militari un valido motivo della sua presenza per le vie del paese.

La situazione assume risvolti criminali a Palagonia, in cui due gelesi, di 32 e 34 anni, sono stati denunciati dai Carabinieri dopo essere stati coinvolti in un incidente autonomo nel territorio di Mineo lungo la SS. 417 Catania-Gela. I due non sono stati capaci i fornire ai militari dei validi motivi sulla loro presenza in quel luogo e, inoltre, il guidatore della vettura ha rifiutato di sottoporsi di sottoporsi agli esami per l’accertamento del consumo di sostanze alcoliche e/o stupefacenti.

Insomma, sembra che in provincia di Catania i cittadini non abbiano compreso abbastanza il bisogno di rispettare le misure di emergenza, nonostante la provincia etnea sia la più colpita  della regione. 


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