Difficile il percorso di riqualificazione del monumento e del quartiere del Fortino ad opera dell'associazione Acquedotte a causa dei ripetuti atti vandalici.
Non è la prima volta che la Porta Ferdinandea, meglio conosciuta come Porta Garibaldi o “u futtinu”, venga vandalizzata. Negli scorsi mesi, infatti, scritte e graffiti ne avevano sfregiato più volte la superficie esterna. Difficile per tale ragione il lavoro dell’associazione Acquedotte che si occupa della gestione e riqualificazione del monumento.
L’ultimo atto vandalico è avvenuto ieri sera e ha coinvolto i locali interni del monumento. Secondo la testimonianza della stessa associazione sui canali di social, i locali sarebbero stati incendiati. E non si esclude l’ipotesi di un atto intimidatorio, legato proprio all’opera che da 18 mesi Acquedotte conduce per la rigenerazione non solo del monumento ma anche del quartiere attorno al Fortino.
“Mentre si moltiplicano i nostri sforzi per reperire i fondi necessari al restauro della Porta – scrive su Facebook l’associazione -, questo ennesimo raid vuole vanificare ogni tentativo di riqualificazione dell’intera zona, mortificata quotidianamente da atti vandalici, episodi di violenza, comportamenti in dispregio di qualsiasi elementare regola di convivenza civile. Il nostro pensiero va a quei cittadini che hanno votato per “Porta Garibaldi” al bando comunale di Democrazia Partecipata e a quanti hanno risposto con entusiasmo alla campagna per “I Luoghi del cuore” FAI votando in 14 mila il monumento. 14 mila sì contro i soliti “quattro” che distruggono, contro l’ennesimo atto vandalico, se non peggio, intimidazione, da parte di chi non vuole che Porta Garibaldi diventi quello che dovrebbe essere da sempre: PATRIMONIO DI TUTTI!
I concetti di centralità, inclusione e cura del bene pubblico a cui l’associazione Acquedotte ispira il suo lavoro, si infrangono contro il muro di chi vuole che le cose non cambino mai, di chi confonde il concetto di riappropriarsi del territorio da parte di una comunità con quello di “ccà cumannun iu”. Evidentemente a qualcuno dà fastidio l’impegno, la nuova attenzione portata al Fortino, la voglia di ridare centralità al quartiere. Telecamere di sorveglianza, vigilanza da parte delle forze dell’ordine, presenza dello Stato, qualcosa è stato fatto, molto resta da fare. Non è più tempo di parole, chiediamo a gran voce il coinvolgimento di tutta la Catania che vuole risorgere, cittadini e istituzioni.”
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