Continua l'odissea del professor Michele Burgio, docente a contratto dell'Università di Palermo: il Tar della Sicilia, infatti, dopo aver invalidato il concorso, ha dichiarato che si creerà una nuova commissione per permettere ai ricercatori di rifare l'esame.
Notizia di più di un anno fa è quella della disavventura del professor Michele Burgio, docente a contratto dell’Università di Palermo isolato da colleghi e amici per aver contestato l’esito di un concorso per il posto di ricercatore a Linguistica Italiana. Burgio, infatti, ha fermamente sostenuto l’invalidità della vincita di un altro collega, Vincenzo Pinello: con meno titoli, e dei punteggi assegnati illogicamente, quest’ultimo ha ricevuto il posto.
Ma ora, è tutto da rifarsi: annullato il concorso da parte del Tar della Sicilia, il Tar del Lazio, invece, ha dichiarato che si rifarà, con una Commissione “in composizione totalmente rinnovata”. In particolare, come dichiarato a La Repubblica, si rivedrà tutto, dai titoli presentati da ciascun candidato alla “consistenza complessiva, intensità e continuità temporale della produzione accademica tenendo conto delle censure accolte”.
Ma quali sono i punti secondo i quali il Tar della Sicilia ha sentenziato l’annullamento del concorso? Effettivamente, non molti: gran parte delle rimostranze presentate a giudizio da Burgio, infatti, non sono state accolte. Sono stati notati, però alcuni passaggi oscuri del concorso, che poi avrebbero dato un vantaggio a Pinello su Burgio di ben 187 punti: 905 contro 718.
In particolare, si intende comprendere per quale motivo siano stati assegnati a Pinello, allievo della presidente della commissione esaminante, gli stessi punti di Burgio nel campo della pubblicazione: quest’ultimo, infatti, ha prodotto 35 lavori in 10 anni, Pinello invece 15, in 12 anni. La Commissione, infatti, dichiara come non si sia “nemmeno accennato alle ragioni per le quali una produzione meno consistente e intensa sotto il profilo quantitativo era superiore qualitativamente a quella dell’altro candidato”.
Altro punto oscuro, la formazione all’estero, che vale ben 40 punti in totale: secondo gli avvocati del richiedente ricorso, infatti, i punteggi sono stati “sagomati sul profilo del vincitore”. In effetti, il Tar non può che accogliere il ricorso, notando come sia veramente presente “una sproporzione eccessiva, che rende irragionevole i criteri esaminati e fondata la censura”.
Nonostante la dichiarazione dal Tar, per ora non si hanno date disponibili per il nuovo esame. Burgio, in un anno, ha vinto il concorso straordinario del 2018 come professore scolastico, e aspetta la collocazione in provincia, col rischio di allontanarsi da Palermo. Riguardo al suo caso, dichiara a La Repubblica: “so che le querelle universitarie hanno tempi lunghi. […] L’università è il mio mondo, ma per ragioni emotive preferisco non immergermi nelle dinamiche del ricorso”.
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