Il lago di Nicito sarebbe stato il fulcro dell’antica Catania. Esso sarebbe poi stato cancellato da una violenta eruzione dell’Etna.
Se si chiedesse di definire Catania, probabilmente la maggior parte degli intervistati direbbe che essa è una città di mare. In effetti il comune etneo si estende pressoché in ogni suo lato verso il mare, che bagna Catania e l’abbraccia, divenendo un tutt’uno. Tuttavia, non è sempre stato così. Secoli fa, infatti, pare che la città si sviluppasse intorno a una vasta pozza d’acqua dolce, un vero e proprio lago soprannominato “Nicito”.
Le notizie pervenute su questo lago sono poche e nebulose, al punto da non consentire una ricostruzione dettagliata del luogo e della sua collocazione. Nonostante ciò, numerosi studiosi regionali e non solo non nutrono dubbi sull’effettiva esistenza del lago di Nicito. Di esso si sa che fosse ameno e florido e che sia stato cancellato dalle mappe in seguito a una violenta eruzione dell’Etna. A partire da quel momento è stato avvolto da un alone di mistero e dimenticanza, che l’ha reso parte dell’immaginario collettivo catanese.
Nel corso della sua storia il volto di Catania è stato modificato innumerevoli volte dai movimenti violenti della terra e dalle eruzioni laviche. La città come oggi la conosciamo, infatti, non ha nulla a che vedere con quella del passato, se si considera quanto il paesaggio della costa ionica sia stato ridisegnato nel tempo. Il lago di Nicito, sia per quanto riguarda la sua nascita sia per quanto concerne la sua scomparsa, è un frutto di queste continue trasformazioni.
Fonti antiche, collocabili intorno al ‘600, sostengono che il lago di Nicito abbia avuto origine in seguito a una violenta eruzione dell’Etna. Nel 406 a.C. circa una distruttiva colata lavica avrebbe raggiunto Catania, arrivando a ostruire e modificare il corso del fiume Amenano. In quell’occasione si sarebbe, dunque, formata una vasta pozza d’acqua dolce, da cui pare si dipartissero diversi rami del fiume.
Altro mistero riguardante questo luogo ha a che vedere con l’etimologia del suo nome. Le teorie più accreditate fanno risalire l’appellativo alla parola greca “aniketos” (vittorioso), ricollegabile a sua volta a Nike, vale a dire la dea della vittoria. Il lago divenne nel tempo fonte di vita e attorno a esso cominciarono a sorgere ville e abitazioni che diedero impulso a un’espansione urbanistica verso nord-ovest.
A ridosso del lago, nel 1556, il vicerè siciliano del tempo, Juan De Vega, ordinò anche la costruzione del Bastione degli Infetti. Tra i meglio conservati di Catania, esso faceva parte degli undici bastioni, voluti da Carlo V di Spagna, a difesa dei confini della Città.
Il lago, tuttavia, non era destinato a far parte del volto di Catania ancora a lungo. Nel 1669 un’eruzione dell’Etna, tra le più violente che si ricordino, distrusse quasi completamente la Città. Il lago di Nicito fu interamente colmato dalla lava in poche ore, venendo cancellato per sempre dalle mappe cittadine.
Riguardo alla posizione dello specchio d’acqua si è dibattuto a lungo. L’architetto Carmelo Sciuto Patti, in seguito ai suoi studi terminati nel 1877, avrebbe collocato il lago di Nicito a sud della zona di Cibali. Altri studiosi, comunque, hanno tentato di ricostruire con esattezza la topografia del luogo.
Tra questi anche un archeologo e docente di topografia antica all’Università di Catania, Edoardo Tortorici, grazie ai suoi studi sarebbe riuscito a collocare il lago in un’area più a sud. La sua teoria sarebbe confermata dalla presenza di una vasta depressione vicino a piazza Montessori e a quella Arnarldo Fusinaro. Oggi, tuttavia, l’unica testimonianza rimasta del lago di Nicito è la via omonima, quella che ai nostri giorni collega piazza Santa Maria di Gesù con via Plebiscito alta.
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