Il profilo dei neolaureati in Ingegneria all'Università di Catania a un anno dalla laurea secondo le statistiche fornite da Almalaurea.
Attraverso una serie di questionari inviati annualmente, l’istituto di statistica universitaria Almalaurea si occupa di monitorare la condizione occupazionale dei neolaureati degli Atenei aderenti, tracciando un profilo sull’efficacia del corso di laurea selezionato nel mondo del lavoro. A Catania, il dipartimento di Ingegneria elettrica, elettronica e informatica (DIEEI) si conferma uno dei più efficaci per trovare a breve tempo dal conseguimento del titolo e con una retribuzione media soddisfacente.
Nel dettaglio, l’anno scorso, tra triennale e magistrale, si sono laureati 448 studenti, che in più dell’85% dei casi hanno risposto ai questionari inviati dall’istituto universitario bolognese. Il laureato medio in ingegneria dell’Università di Catania impiega quasi cinque anni nell’ottenere la laurea, con una differenza che oscilla dallo scoglio iniziale della laurea triennale, per la quale ci vogliono in media 5,4 anni, e la più rapida laurea specialistica, ottenuta in circa 3 anni. L’età media, dunque, è abbastanza elevata; va infatti tra i 25 anni dei triennalisti e i quasi 28 degli studenti di magistrale.
Differenze anche per quel che riguarda il voto di laurea, che vedono gli studenti di corsi di laurea di secondo livello laurearsi in media con il massimo dei voti, quando alla triennale il punteggio superava di poco i 100 punti.
Se c’è qualcosa per cui viene sponsorizzata ingegneria, è la facilità nel trovare impiego. A un solo anno dalla laurea, quasi il 22% (21,9%) degli studenti di triennale ha già trovato un impiego, anche se la scelta che va per la maggiore è quella di continuare gli studi, opzione confermata da più del 65% degli intervistati. La ragione è evidente, infatti, dato che più di tre laureati su quattro di magistrale (il 75,6%) trova un impiego entro 365 giorni dal conseguimento del diploma di laurea.
I dati vengono confermati anche dall’Istat, che a fronte di un tasso di disoccupazione piuttosto ridotto, pari al 17,9% per i laureati di triennale e solo al 7% per la magistrale, registra un tasso di occupazione del 22,9% nel primo caso, dell’87,7% nel secondo.
Un dato piuttosto interessante riguarda la sede geografica lavorativa. Se, come ormai è tristemente ovvio, è elevata la percentuale di studenti che, finita l’Università, si trasferisce nelle più sviluppate aree del Nord-ovest, dove lavora rispettivamente il 31,1% dei triennalisti e il 35,8% degli studenti di magistrale, spicca che la maggioranza dei laureati riesca a trovare lavoro vicino casa. La percentuale di impiegati nelle Isole, infatti, è superiore a quella degli impiegati nel Nord Italia, e arriva al 59% per i laureati di primo livello, avvicinandosi quasi a quota uno su due (il 49,4%) per gli studenti di magistrale.
Dominano le percentuali di impiego in aziende private, per entrambe le tipologie di laureati superiori al 93%, mentre le restanti briciole vanno al pubblico. Confortanti anche le statistiche riguardanti le caratteristiche del tipo di lavoro: più del 64% degli studenti di magistrale e il 23% di quelli di triennale, a un anno dalla laurea, ha già un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Gli altri tipi di impiego che vanno per la maggiore, i contratti formativi e i contratti non-standard, hanno entrambi percentuali superiori al 20% in triennale e al 10% in magistrale.
La quasi totalità degli studenti trova impiego nelle industrie (40,1%) e nel terziario (57%), specie nei settori dell’informatica, del commercio e di trasporti, pubblicità e comunicazioni, che da soli ricoprono più del 50% dei rami di attività economica di cui si occupano gli studenti catanesi laureati in ingegneria.
Infine, si registra una sostanziale parità di genere nella retribuzione, pari in media a circa 925 euro mensili per gli studenti di triennale e a 1486 € per quelli di magistrale.
Oltre il 60% dei laureati di secondo livello e più di un quarto (27,6%) di quelli di primo livello reputa molto efficace la laurea nel lavoro svolto, dove vengono riscontrati netti miglioramenti dal punto di vista economico (50% e 25%), nelle mansioni svolte (25% e 12,5%) e nelle competenze professionali (25% e 50%).
La maggior parte degli studenti intervistati, inoltre, afferma di fare un alto utilizzo delle competenze acquisite durante gli studi, dove specie gli studenti di magistrale (51,9%) afferma di sfruttare le proprie conoscenze in maniera elevata. Si potrebbe fare di meglio? Forse. Specie dal punto di vista degli studenti di triennale, che spesso lamentano di usare in misura ridotta (47,5%) le competenze professionali, per una formazione che quasi in un caso su due viene ritenuta poco adeguata al mondo del lavoro (49,2%).
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