La docente sospesa per dei presunti maltrattamenti in classe racconta ai microfoni di LiveUnict la sua versione dei fatti.
Dopo l’episodio dell’insegnante di Palermo sospesa per aver permesso che alcuni suoi alunni paragonassero il decreto sicurezza del vicepremier Matteo Salvini alle leggi razziali di mussoliniana memoria, scoppia un altro caso di sospensione di un’insegnante in Sicilia, avvenuto stavolta nel catanese.
Le vicende si situano a Scordia, comune della provincia di Catania, dove, tra i mesi di febbraio e marzo, dopo una precedente lettura guidata del Diario di Anna Frank, un’insegnante sarebbe stata accusata dalla madre di uno degli studenti di aver dato uno “scappellotto” a suo figlio, ricevendo per questo due giorni di sospensione. La docente, Giusy Cristaudo, di ruolo presso l’istituto comprensivo Salvo Basso, ha raccontato la sua versione dei fatti ai microfoni di LiveUnict.
“Premetto che cerco sempre di sensibilizzare i mie alunni a quella che è normalissima educazione civica e che è così che si forma un pensiero libero – dichiara la docente prima di raccontare la sua storia -. Inoltre, per quanto siano piccoli, quanto avvenuto si situa all’interno di una conversazione guidata. Lavoro da 22 anni e ho una carriera specchiata, sono una persona che si dà per il lavoro con grande passione e vorrei essere corrisposta dai miei studenti per la crescita del loro senso del dovere; nessuno ha mai potuto lamentarsi di maltrattamenti.
I bambini in classe mi chiedevano del perché si parlasse così tanto dei migranti e di tutto quello che succedeva – comincia l’insegnante – e allora io ho risposto che questi sono fatti che storicamente, visti i corsi e i ricorsi storici, succedono, e che ci sono state tante minoranze che in passato hanno subito soverchierie. In classe ho parlato di Anna Frank, questa ragazza che ha scritto un Diario sulla sua esperienza, e in loro è nata una grande curiosità. Mi hanno chiesto se potessero comprarlo, leggerlo, e a seguito di queste loro richieste ho detto che ne avevo diverse copie, che c’era anche in biblioteca e che lo avremmo letto in classe”.
Inizia così, quindi, la lettura guidata di alcuni brani antologizzati tratti dal Diario di Anna Frank. E iniziano anche i problemi. Dietro a delle segnalazioni, infatti, l’insegnante sarebbe stata pubblicamente rimproverata dalla preside davanti ai suoi stessi alunni, per una lettura, ad avviso della dirigente, troppo precoce per l’età degli studenti. La vicenda per il momento termina lì, finché si arriva, quindi, alla Giornata della Memoria, quando sarebbe avvenuto il fatto principale.
“In seguito ad alcuni rimproveri a un bambino spesso distratto in classe – afferma la docente –, sono iniziati una serie di problemi. Probabilmente il ragazzo, forse sorretto dalla madre, ha iniziato a dire che non voleva più andare a scuola, che voleva cambiare classe, e ha dichiarato che io gli avessi dato uno scappellotto.
Un giorno, alle sette del mattino, la madre mi ha inviato un messaggio WhatsApp, in cui mi accusava di aver dato uno ‘scoppellone‘ a mio figlio, traducendolo dal dialetto. Quando, alle dieci, durante la ricreazione, ho potuto leggere il messaggio, ho specificato che la parola italiana è scappellotto e viene dato con affetto in determinate situazioni. Non mi sembrava il caso di dare giustificazioni e la mia posizione mi sembrava abbastanza chiara, ma la signora ha utilizzato questo screenshot e si è rivolta alla preside”.
A nulla sarebbero valse, tre giorni dopo, le dichiarazioni della Cristaudo, che, venuta a conoscenza della volontà del bambino di cambiare classe, avrebbe mandato un ulteriore messaggio alla madre, specificando che non avrebbe mai maltrattato nessuno in classe. La preside, infatti, avrebbe preso come prova assoluta e inconfutabile i primi messaggi, disponendo un avvertimento disciplinare e la successiva sanzione di due giorni. A queste la docente risponde con delle memorie scritte, rispondendo anche alla madre, che l’avrebbe accusata di inculcare ai bambini nozioni comuniste.
“Alle accuse ho risposto dicendo che l’unica cosa che si potesse rilevare è di aver letto il diario di Anna Frank in classe; non faccio tribuna politica in classe – specifica ulteriormente la docente –. I due giorni di sospensione mi sono stati dati per lo scappellotto, una vicenda che ha del surreale; un provvedimento del genere dovrebbe essere preso di fronte a una denuncia ai carabinieri o a delle prove concrete, come quelle date dalla presenza di telecamere in classe. Nel secondo punto della sanzione, inoltre, la preside sostiene che non mi si può censurare per le mie scelte didattiche, ma che la lettura, senza specificare che si trattasse del diario di Anna Frank, porterebbe nei discenti, in quanto immaturi, desideri di ‘emulazione’, anche se non so cosa si voglia affermare con questa frase.
Ci tengo a precisare, infine, che il fatto dello scappellotto è assolutamente inventato, e trova a supporto solo quello che ho specificato all’interno del messaggio, quando mi sono limitata a una precisazione terminologica”, conclude la Cristaudo, che aggiunge come né il proseguimento della conversazione né gli ulteriori testimoni sarebbero stati tenuti in considerazione dalla preside nell’emettere la sanzione.
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