Catania

Diciotti, chiesta autorizzazione a procedere contro Salvini: “Rischio da 3 a 15 anni”

Foto archivio
Si riapre il caso Diciotti: dopo la richiesta di archiviazione da parte della Procura adesso il tribunale dei ministri di Catania chiede nuovamente l'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona.

Si torna a parlare della nave Diciotti. Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. Appena qualche mese fa il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro aveva chiesto l’archiviazione del caso Diciotti con le relative accuse al ministro degli Interni Salvini.

Tuttavia, adesso i tre giudici che hanno esaminato il fascicolo proveniente da Palermo ritengono che ci siano elementi per procedere contro il ministro dell’Interno per il trattenimento a bordo dei 174 migranti soccorsi questa estate dalla nave Diciotti, poi sbarcata a Catania. Nello specifico i giudici sostengono che il ministro degli Interni debba essere giudicato “per avere, nella sua qualità di ministro dell’Interno, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale” i 177 migranti approdati a Catania.

“Violando le convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali, non consentendo senza giustificato motivo al competente Dipartimento per le libertà civili e immigrazione di esitare tempestivamente la richiesta di Pos (porto sicuro) presentata alle 22.30 del 17 agosto, bloccava la procedura di sbarco dei migranti così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche a bordo della Diciotti”.- queste le motivazioni della richiesta.

La risposta di Salvini non è tardata ad arrivare. “Ci riprovano. Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italiaha esordito il ministro in una diretta Facebook. – Non ho parole. Paura? Zero. Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani. Io non mollo.Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire si o no, libero o innocente, a processo o no.Sono sicuro del voto dei senatori della Lega. Vedremo come voteranno tutti gli altri senatori, se ci sarà una maggioranza in Senato. Ma lo dico fin da ora, io non cambio di un centimetro la mia posizione. Barche, barchette e barchini in Italia non sbarcano. Se sono stato sequestratore una volta ritenetemi sequestratore per i mesi a venire”

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“Chiedo agli italiani se ritengono che devo continuare a fare il ministro, esercitando diritti e doveri, oppure se devo demandare a questo o a quel tribunale le politiche dell’immigrazione. Le politiche dell’immigrazione le decide il governo, non i privati o le Ong, se ne facciano una ragione”.