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Etna e Stromboli: i due vulcani siciliani a confronto 

L'Etna si risveglia e lo Stromboli non è da meno: cosa accomuna e distingue i due vulcani attivi di Sicilia? 

La Sicilia negli ultimi giorni continua a far parlare di sé per la sua attività geologica: la terra che trema, eruzioni vulcaniche, masse di magma che si spostano sotto terra suscitando preoccupazioni. A detta degli esperti, infatti, eruzioni e terremoti sono due fenomeni strettamente imparentati, poiché le masse di roccia in deformazione provocano cedimenti nel terreno sovrastante. A risvegliarsi è stata l’Etna, ma anche lo Stromboli, dalle isole Eolie, ha dato prova della sua piena attività. Amati e ammirati dai siciliani, i due vulcani hanno però delle caratteristiche che li distinguono e danno loro una personalità tutta propria. 

Diverso è il modo con cui i siciliani raffigurano nella propria mente i due vulcani: mentre l’Etna è femmina e viene indicata come “A Muntagna”, Stromboli, invece, è maschio e viene indicato come “Iddu”. I due grandi vulcani, inoltre, sono caratterizzati da una notevole differenza di altezza, dai 3340 metri di altezza dell’Etna, si scende ai 926 metri di altezza per lo Stromboli. Quest’ultimo oltre ad essere più piccolo per dimensioni è anche più giovane anagraficamente: ha circa 160.000 anni mentre l’Etna, più anziana, di anni ne ha 570.000. 

Ci sono altri appellativi con cui i due vulcani vengono chiamati. L’Etna viene indicata anche come “Il monte ardente”, nome che deriva dal greco “aitho”, ovvero “bruciare”. Lo Stromboli viene chiamato “La Trottola”, dal greco “Stroggylé” che significa appunto “trottola”. Ma non finisce qua: il vulcano delle Eolie viene chiamato anche “Il faro del Mediterraneo”, perché di notte emette bagliori visibili a grandi distanze, mentre un altro nome con cui si identifica l’Etna è “Mongibello”, da Mons Gibel che sta per “la montagna due volte” per indicarne l’imponenza (dal latino mons “monte” e dall’arabo Jebel (جبل) “monte”). Secondo un’altra teoria, Mongibello viene da “Mulciber  (qui ignem mulcet)”, epiteto con cui i latini si riferivano al dio Vulcano, usato per calmare la forza dell’Etna.

A contraddistinguere i due vulcani è anche il modo in cui manifestano la loro attività. L’Etna ne dà prova con un pennacchio di fumo dal quale è sempre sormontata, mentre lo Stromboli ha continue eruzioni chiamate appunto stromboliane.

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Che le attività dei due vulcani siano collegate è incerto, ma non si può del tutto escludere. Più sicuro è, invece, che in entrambi i casi le eruzioni dei due vulcani non lasciano indifferenti gli osservatori: al cospetto delle straordinarie immagini dei crateri sormontati dalle grosse nuvole e scie di fumo si accendono meraviglia, sgomento, riverenza e forse anche un certo senso di impotenza per la straordinaria forza della natura.