Nelle ultime ore sul web è passato un falso messaggio vocale circa la previsione di un imminente terremoto: Ingv prende le distante da tali dichiarazioni.
Non può che essere l’argomento del giorno quello riguardante il terremoto che stanotte ha colpito la parte nord della città di Catania, con diversi danni a edifici e persone causati dal sisma di magnitudo 4.8 con epicentro a Valverde (CT).
Il vulcanologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Boris Behncke, ha commentato la notizia circa l’allarmismo di un imminente terremoto diffuso via web: “I terremoti non si possono prevedere. Si può solo dire che altre scosse di simile entità di quella di stanotte non si possono completamente escludere, su faglie vicine (quelle che ha provocato il terremoto di stanotte già si e rotta e quindi ha fatto il suo lavoro). Chi dice che l’INGV sta prevedendo un grande terremoto dice una bufala clamorosa, l’istituto non si azzarderebbe mai a fare dichiarazioni a tale proposito. Tuttavia, siamo sempre in una zona ad alto rischio sismico, e questo non cambia di una virgola con il terremoto di stanotte“.
Il sisma, come già raccontato, ha causato evidenti danti in diversi comuni dell’hinterland catanese, come a Zafferana Etnea (in particolare Fleri), Santa Venerina e Acireale (Pennisi e Santa Maria La Stella). “Le faglie nel versante sud-orientale ed orientale dell’Etna – ha continuato il vulcanologo Behncke – sono piccole e molto superficiali e per questo motivo non in grado di produrre terremoti molto più forti di quello di stanotte. Non hanno alcuna influenza sui grandi sistemi di faglie al largo ionico della Sicilia, responsabili dei grandi terremoti del 1693 e del 1908. Per favore, evitate assolutamente di diffondere notizie allarmiste e sensazionalistiche, ma piuttosto diffondete notizie attendibili, e link ai siti dedicati all’educazione per una migliore convivenza con il rischio sismico e quello vulcanico“.
Dello stesso avviso anche il direttore dell’Ingv (sezione Catania) Eugenio Privitera: “Non si può escludere l’apertura di bocche a quote minori rispetto alle attuali come nella zona di Piano del Vescovo, a sud della Valle del Bove. La sismicità non ci lascia tranquilli; la situazione ricorda quella dell’ottobre 1984, è sempre la faglia di Fiandaca che quando si muove fa danno”.
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