Ieri è stata la giornata mondiale per la consapevolezza dello stress. Ecco uno sguardo sul ciò che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene il vero male del secolo
Lo sappiamo bene, abbiamo una vita troppo frenetica. Chi lavora, chi studia, chi si sposta per necessità da una città a un’altra e ce l’ha costantemente o col traffico o con i mezzi pubblici. Lo riconosciamo, soffriamo tutti di stress. Tanto da essere un banale argomento di conversazione, una constatazione, invece di un malessere che dovrebbe andar curato.
Tranquillizzatevi: non siete soli. Ci sono nove italiani su dieci a farvi compagnia, secondo un recente studio di Assosalute, che dichiara che l’85% degli italiani nell’ultimo semestre presenta disturbi legati allo stress. Secondo Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, sono le nostre condizioni lavorative a favorire lo sviluppo di ansia, conflittualità e sintomi psicosomatici come mancanza di respiro, attacchi di panico e scoppi momentanei di rabbia. Secondo l’Oms infatti lo stress è il male del secolo: il disturbo può presentarsi con spossatezza, depressione, mal di testa, attacchi di panico, ansia, insonnia, variazioni di peso, caduta dei capelli, tic
Se le analisi citate riguardano solo i lavoratori, gli studenti non fanno alcuna eccezione. È ormai assodato che gli studenti italiani sono tra i più ansiosi al mondo. Gli studenti universitari poi sarebbero tra i più esposti al rischio di sindrome da burnout, che si manifesta in questo caso con una sensazione di esaurimento per le esigenze di studio, un atteggiamento cinico e distaccato verso i propri studi e soprattutto la sensazione di sentirsi uno studente incompetente. Lo studente universitario in effetti ha gli svantaggi dell’adolescente e dell’adulto: tutto il bagaglio di studio e le ore da dedicarvi, e meno sostegno da parte di adulti e coetanei, che anzi si aspettano che si affacci quanto prima nel mondo del lavoro.
Tuttavia è possibile spezzare il circolo vizioso di sviluppo e alimentazione dell’ansia. A volte è tempo di staccare la spina e realizzare che la salute, anche quella mentale, viene prima di tutto.
Per prima cosa tenetevi lontani da schermi e smatphone, fate più passeggiate da soli, dedicatevi a un hobby, ridete di più e imparate a distaccarvi da ciò che può turbarvi o stressarvi. Bisogna volersi più bene e smettere ogni tanto di ascoltare quelle vocine perniciose che vi ordinano di essere più bravi, più produttivi, più efficienti, e nel caso più grave richiedere un aiuto professionale.
Gli ultimi anni hanno visto un aumento decisivo nella ricerca e nell’allerta verso i problemi di salute mentale, proprio perchè i ritmi impossibili della vità moderna ci hanno reso tutti un po’ più soli e più malati, ma non è affatto detto che debba essere un destino comune.
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