Scuola

Scuola, i docenti italiani sono tra i meno rispettati al mondo

Il rispetto dei docenti sembra un aspetto dimenticato da parte degli alunni italiani: il Belpaese è terzultimo al mondo secondo questo criterio.

Secondo il Global Teacher staus index, l’Italia si trova al 33° posto su 35 per quanto riguarda il rispetto dei docenti. Gli intervistati sono 35mila a livello internazionale tra i 16 e i 65 anni e solo il 16% degli italiani crede che gli alunni rispettino i docenti, risultato in diminuizione rispetto al 2013 quando era il 20% ad affermarlo. L’Italia è nella posizione peggiore tra le grandi economie europee e precede soltanto il Brasile e Israele.

Il risultato è davvero scoraggiante ma la cronaca sembra solo dare conferme. È proprio dei giorni scorsi la notizia della professoressa presa a sediate in un classe di Vimercate o ancora più recentemente la madre che è arrivata in ritardo e ha sputato al docente che l’ha richiamata.

Al triste risultato si aggiunge il basso rendimento degli studenti italiani che risulta dai test internazionali Pisa di matematica e lettura, collocando l’Italia al 19° posto su 21, ancora una volta in calo rispetto al 2013. “Questo indice fornisce finalmente una prova accademica a qualcosa che abbiamo sempre saputo istintivamente: il legame tra lo status degli insegnanti nella società e il rendimento dei bambini a scuola. Ora possiamo affermare senza ombra di dubbio che il rispetto degli insegnanti non è solo un importante dovere morale, ma è essenziale per i risultati scolastici di un paese” afferma Sunny Varkey, organizzatore dell’annuale premio per il migliore professore del mondo.

Quando cinque anni fa abbiamo realizzato il Global Teacher Status Index, il peso delle prove che rivelavano il basso status degli insegnanti in tutto il mondo ci ha fatto allarmare.” prosegue Varkey.   “È stato questo che ci ha spinto a creare il Global Teacher Prize, che mette in luce lo straordinario lavoro che gli insegnanti svolgono in tutto il mondo“.

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Scopo del premio dunque è anche di ricordare l’importanza degli insegnanti per il progresso del mondo e il fatto che meno di 3 italiani su 10 reputi gli insegnanti ripettati la dice lunga sulla considerazione che si ha di queste importanti figure. Un enorme distacco dalla Cina, dove l’81% degli intervistati ritiene che gli alunni rispettino i propri insegnanti.

Sembra quindi ancora più strano che, nonostante questi risultati, il 31% degli italiani spingerebbe i propri figli alla carriera di insegnante, percentuale tra le più alte in Europa, seconda solo al 39% della Spagna e in crescita rispetto a cinque anni fa. Agli estremi troviamo l’India con il 54% e la Russia con il 6%, rispettivamente la percentuale più alta e più bassa a livello mondiale. Inoltre la metà degli italiani ritiene che gli insegnanti dovrebbero essere pagati in base ai risultati dei propri alunni, mentre i contrari sono il 26%.

Altro dato che risulta dalla ricerca riguarda il paragone con altre professioni, ritenute simili a quella di insegnante. Se 18 dei paesi intervistati, comprendenti anche l’Italia, credono che l’assistente sociale sia la figura più simile a quella di insegnante, in Cina, Malesia e Russia il paragone viene fatto con i medici (seconda scelta italiana).

Da quando abbiamo misurato lo status degli insegnanti cinque anni fa, nella maggior parte dei paesi intervistati lo stesso ha registrato un aumento.” ha dichiarato il prof. Peter Dolton, direttore di ricerca presso l’Istituto nazionale di ricerca economica e sociale del Regno Unito. “Ma l’insegnamento rimane una professione di fascia media in molti paesi e persistono forti differenze. Ancora una volta abbiamo visto che gli insegnanti godono di uno status molto più alto nei paesi asiatici rispetto all’Occidente. E ancora una volta abbiamo visto che lo status più basso si ottiene in Sud America”.

Obiettivo della ricerca è anche quello di essere uno stimolo per i paesi che si trovano più in basso in classifica e di fornire uno spunto ai ministeri dell’istruzione per attuare un miglioramento significativo e, ce ne rendiamo conto ogni giorno di più, quanto mai necessario.