"Nascosta" in bella vista, questa piccola ma significativa mostra porta alla luce frammenti di vita dei nostri lontanissimi parenti che abitavano, in epoca preistorica, il territorio etneo.
In pieno centro storico, ospitata nella Chiesa di San Francesco Borgia, in via Crociferi, si trova una piccola mostra conosciuta da pochi, dalla vita travagliata: eppure, il significato storico che essa porta su di sé è importante, per non dire fondamentale. Si tratta della mostra “Vivere nella preistoria: le case, il cibo, le cose”, organizzata da Laura Maniscalco e sotto la giurisdizione della Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Catania.
Come riportato dal sito dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’identità siciliana, l’evento viene pubblicizzato come “esposizione di una semplificazione di materiali provenienti dai diversi siti archeologici”; entrando all’interno dell’esposizione, invece, ci si ritrova davanti a frammenti reali di vita, della quotidianità dei nostri lontani parenti che abitavano le terre etnee tra il IV e il I millennio a.C.
I diversi reperti in mostra, presentati come “sviluppo della anteprima già presentata nel mese di Dicembre [..] realizzata dalla unità operativa archeologica della Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania con la collaborazione dell’Università di Catania”, provengono da numerosi scavi effettuati in lungo e in largo per il territorio etneo: precisamente S. Febronia di Palagonia, Rocchicella di Mineo, San Marco di Paternò, Valcorrente di Belpasso, Dosso Tamburaro, Filididonna e Poggio Croce di Militello, Scalonazzo di Biancavilla, Grotte di Marineo di Licodia Eubea, come descritto e riportato da La Repubblica.
Una mostra che, come già detto, ha una vita particolarmente travagliata: è stata inaugurata, infatti, ben sei mesi fa, lo scorso 23 marzo. Improvvisamente, poi, a metà di giugno, la chiesa viene chiusa: vengono indetti dei lavori “momentanei” di disinfestazione. “Momentanei” in quanto, fino allo scorso 11 agosto, la chiesa è rimasta chiusa ai visitatori. Due mesi tolti all’esposizione, quindi, che chiuderà il prossimo 30 settembre.
Non si sa se la mostra avrà realmente scadenza in quella data o potrebbe venire prolungata, ma ciò ch’è certo è che, per il momento, essa sia visitabile dal martedì al sabato dalle ore 9 alle ore 19, mentre la domenica e il lunedì solamente dalle ore 9 alle 13. L’ingresso è gratuito, mentre per gli interessati alla spiegazione delle scoperte archeologiche raccontate dagli archeologi stessi, è scaricabile un’audioguida online, sul sito izi.travel.
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