Sita all’interno dell’Etna Valley, quella che era una piccola realtà catanese è cresciuta sempre più fino a conquistare 33 Paesi nel mondo: si tratta dell’industria parafarmaceutica Eurofarm, con alla guida una donna, Lidia Finocchiaro.
Nata oltre 35 anni fa da un’idea del signor Alfio Finocchiaro, l’industria produce circa l’80% dei prodotti nello stabilimento sito nella zona di Belpasso, alle pendici dell’Etna, e conta ad oggi più di 25 dipendenti, oltre ad essere l’unica realtà produttiva del settore in tutto il Sud Italia. Una lunga strada alla ricerca della migliore avanguardia parafarmaceutica, tra cerotti medicanti, bendaggi, bombolette spray, lenzuolini sterili e cicatrizzanti.
Un’eccellenza made in Sicily, che sta facendo molta strada all’estero tra Emirati Arabi, Yemen, India, Cina, Giappone e Nuova Zelanda fino a toccare ben 33 paesi nel mondo, grazie alle intuizioni della sua amministratrice unica, Lidia Finocchiaro, laureata presso la Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Catania. E proprio con l’ateneo catanese ha stretto una fitta collaborazione, per competere con le più grandi aziende dell’industria farmaceutica e sfidare la folta concorrenza in Asia e Oriente.
Il progetto, nato da una collaborazione con Fidia Farmaceutici, porterà alla realizzazione di un nuovo cerotto terapeutico grazie all’applicazione di una nuova molecola a base di rame e acido ialuronico, che sarà in grado di curare lesioni ulcerose e piaghe da decubito; messo a punto con il lavoro dei ricercatori dell’Università di Catania, verrà perfezionato il composto attraverso cui la molecola si integrerà con la parte adesiva del cerotto. Il tutto verrà definito nei prossimi mesi e si passerà alla fase di test in vivo per conoscere i risultati con la commercializzazione che dovrebbe avvenire entro i primi mesi del 2019.
Advanced medical devices, è questo il claim sfruttato dall’industria Eurofarm che, grazie ad un’oculata scelta, ha puntato tutto su ricerca e innovazione per competere con la concorrenza agguerrita del settore, soprattutto nel mercato asiatico. A tal proposito, lo scorso ottobre, la stessa industria parafarmaceutica ha sottoscritto, nella sede del rettorato, un accordo tra ateneo e altre otto aziende per supportare la ricerca applicata. Grazie ad un finanziamento specifico erogato da ciascuna di queste potranno quindi realizzarsi progetti di studio e ricerca, stage, borse di studio e quant’altro verrà individuato dalle commissioni operative miste azienda-ateneo, che saranno incaricate di massimizzare i risultati di tali investimenti. Un’iniziativa che “rientra nella terza missione dell’Università, cioè l’apertura sistematica e coordinata dell’Ateneo agli enti, alle imprese e alla società civile al territorio“, come commentò il rettore Francesco Basile.
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