Nella vita di uno studente l’università è una grande garanzia e fonte di certezze. Fin tanto che si è dentro un percorso universitario alla domanda “Che cosa fai nella vita?” si può sempre rispondere prontamente “Io studio”. Una volta conseguita la tanto agognata laurea, invece, si piomba, molto spesso, in uno stato di profondo spaesamento: è il festival de “E adesso…che faccio?”.
Le alternative sono davvero tante e le possibilità cambiano in base al corso di laurea di provenienza. Probabilmente, è proprio questo a generare quel senso di smarrimento nella vita dei neolaureati. C’è chi decide di puntare sul lavoro, c’è chi decide di prendersi un periodo di tempo libero per recuperare le energie spese negli ultimi slanci prima di conseguire il titolo.
La situazione è un po’ diversa nel caso in cui ci si riferisca ad una laurea triennale. Nel primo caso, infatti, molti studenti decidono di continuare il loro percorso con altri due anni di studio. È il caso di Alessia, neolaureata in Fisioterapia presso l’Università di Catania: “Ho scelto la specialistica perché punto a obiettivi maggiori rispetto alla semplice triennale. – ha raccontato a LiveUnict – So che questo è il tassello obbligatorio da aggiungere per poter sbloccare altro. Dato che non mi voglio arrestare a ciò che offre questa triennale, sono in un circuito che mi obbliga ad aggiungere qualcosa in più. Questo sia perché, nominalmente, più hai e più conti, sia perché, nel mio caso specifico, come in un gioco a premi, tu hai accesso a qualcosa solo se hai qualcosa. È questo il caso di molti master di secondo livello che richiedono la magistrale, come se questa fosse una garanzia di competenze in più”.
Eppure, compiere una scelta pone di fronte ad un bivio, un aut aut che non è sempre facile da affrontare. “Per quanto io sia giovane a volte penso che io stia spendendo tempo prendendo delle decisioni last minute – continua Alessia – Magari potrebbero non rivelarsi quelle migliori ma noi giovani siamo chiamati a fare scelte una dopo l’altra, come se la nostra vita fosse un pendolo che oscilla tra una scelta e l’altra. Anche nel giro di pochi anni, ti trovi a dover fare una decisione con la quale si gioca tutto il tuo futuro. Anche se ho già compiuto una scelta, quella di fare la specialistica, la vedo pur sempre come una decisione che esclude qualcos’altro che avrei potuto fare. Mi consola il fatto che la mia condizione accomuna anche molti altri giovani. Forse il trucco sta nel non pensare a cosa hai rinunciato e perseverare con quella scelta che ti è sembrata la migliore. Poi, confido nel fatto che non si è mai vecchi per poter fare altro e intanto mi fido del mio istinto”.
Altri studenti, guardano al post laurea con grande entusiasmo, quasi come se fosse un momento di liberazione da tutte quelle dinamiche, imposte dal mondo accademico, che possono risultare limitanti e spesso costringere a compiere delle rinunce. La domanda “E adesso che faccio?”, in questi casi, cede il testimone ad un entusiastico “Da dove comincio?”. Il futuro dopo il conseguimento del titolo appare come un mondo ricco di sorprese e novità da scoprire.
“L’idea del post laurea non mi spaventa – afferma Chiara, laureanda in Lingue all’Università di Catania – Sono contenta di stare concludendo questo percorso perché si arriva sempre estremamente stanchi. Sono stanca di trovarmi sempre nel solito vecchio ambiente e sento la necessità di avere stimoli nuovi sia a livello intellettuale, sia a livello accademico. Non mi sono mai chiesta “E adesso…cosa faccio?”, forse con un po’ di incoscienza. So qual è la situazione lavorativa in Italia e se una persona si focalizza su questo, sicuramente, non ne può trarre riflessioni positive né sensazioni positive. Ho voglia di fare un’esperienza all’estero perché ho voglia di approcciarmi ad un ambiente nuovo, dove spero di avere stimoli nuovi o comunque diversi. Quindi la mia idea del post laurea è molto positiva”.
Qualsiasi sia l’approccio, riflessivo o istintivo, deciso o spaesato, nostalgico o propositivo, la cosa più importante è senza dubbio non perdersi mai d’animo. Un buon consiglio potrebbe essere quello di iniziare a costruire, giorno dopo giorno, obiettivi concreti e realmente raggiungibili, senza proiettarsi troppo in là nel futuro, se non ci sono ancora basi solide per poterlo fare. Per chi, immediatamente dopo la laurea, fosse interessato a trovare lavoro, un primo passo da fare è senza dubbio quello di spendere energie per scrivere un buon curriculum. Per coloro che invece non hanno ancora le idee chiare, buttarsi a capofitto sulla prima occasione che capita, oltre a non essere prudente, potrebbe equivalere a prendere grandi cantonate, motivo di insoddisfazioni future. Rimandare la scelta ad un secondo momento, prendersi un po’ di tempo per se stessi, dedicarsi alle proprie passioni, potrebbe portare ad essere più lucidi ed efficaci nelle decisioni da compiere.
“Secondo me se si ha un’idea chiara, – conclude la futura dottoressa in Lingue – non di quello che si vuole fare, ma più che altro di quali sono le proprie passioni, di quali sono i punti di forza di ciascuno, non c’è motivo di avere paura del post laurea: basta saper sfruttare i propri talenti e immergersi in quelle esperienze che, sebbene possono sembrare lontane da una prospettiva di lavoro sicura, possono almeno darti lo spazio per mettere la prova le tue abilità e magari, poi, l’occasione arriva”.
Che il possibile spaesamento iniziale nei neolaureati possa, dunque, lasciare il posto al coraggio di mettersi in gioco. “Ho sbagliato più di 9000 tiri nella mia carriera. Ho perso quasi 300 partite. 26 volte, mi hanno dato la fiducia per fare il tiro vincente dell’ultimo secondo e ho sbagliato. Ho fallito più e più e più volte nella mia vita. È per questo che ho avuto successo”. (Michael Jordan)
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