Tra le più disparate mode odierne si può riscontrare quella di indossare particolari ciondoli o collane con delle monete incastonate. Si tratta di una curiosa usanza che affonda le sue radici fin dall’antichità, una moda che risale quasi fino alle origini della moneta stessa. L’arco cronologico di riferimento per la nascita di questa moda risale al III e al IV sec. d.C.
Una studentessa di archeologia (ex tirocinante dell’IBAM) ne ha ricercato dunque le origini e il significato, sotto la supervisione della dottoressa S. Santangelo (esperta dell’istituto in numismatica antica). La prima testimonianza che attesta l’utilizzo di monete per fare gioielli ci è stata data da Sesto Pomponio, attivo all’età di Adriano. Si tratta principalmente di gioielli in oro che mostrano, incastonati, aurei, solidi e i loro multipli. I romani infatti credevano nel potere delle monete come talismani e amuleti che quindi mostravano il loro potere se indossati dalle persone. Questa sicuramente costituisce una fondamentale motivazione all’utilizzo di monete come gioielli. Ma bisogna anche considerare che i monili e le monete d’oro erano ovviamente simbolo di ricchezza, affluiti grazie alle conquiste orientali a partire soprattutto dal I sec. a.C.
Le tipologie di gioielli monetali erano principalmente sei: pendenti, chiusure per collane, spille, bracciali, anelli e cinture. Si trattava ovviamente di simboli di potere e di stato sociale, condizioni affermate certamente dal fatto che il lato della moneta esibito fosse certamente quello dell’effigie imperiale. I gioielli erano inoltre adornati con una cornice di opus interasile, una tecnica che consisteva nel decorare con motivi una lamina metallica dopo averne effettuato una traccia preparatoria. Questo permetteva di creare una sostanziale differenza tra il peso della moneta e la leggerezza del suo supporto.
Non sono molti i gioielli monetiformi trovati in scavi archeologici italiani, ancor meno quelli in Sicilia. Un esempio è costituito tuttavia da un pendente aureo ritrovato durante alcuni scavi archeologici effettuati all’Università Cattolica di Milano con, incastonato, un aureo di Salonino: la moneta presenta al dritto il busto di Cesare Salonino con paludamentum; al rovescio invece sono disposti alcuni strumenti sacrificali. Invece in Sicilia, a Nissoria (provincia di Enna) è stato ritrovato nel 1953 un anello monetale a fascia risalente alla prima metà del V sec. d.C. all’età dell’imperatore Valentiniano III.
Diverse sono state le ipotesi circa le motivazioni di questa particolare ma caratteristica moda antica: alcuni critici hanno pensato che si trattasse di una forma di propaganda imperiale, dato che appunto la moneta mostrava l’effigie imperiale; altri hanno avanzato ipotesi di motivazioni estetiche, che ben si sarebbero accordate con il gusto dell’epoca. Quel che è certo è che questa moda non è mai tramontata, dato che anche oggi sono presenti moltissimo gioielli monetali come collane, orecchini, bracciali e così via. E adesso che ne si conoscono le origini, può essere ancor più interessante esibire tali gioielli.
FONTE: Una moda di ieri e di oggi: il gioiello monetiforme nella storia, (a cura di R. Betta, tirocinante dell’IBAM CNR.
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