È del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, la proposta di rendere il Servizio Civile Nazionale obbligatorio per tutti i giovani italiani.
“Non si tratta di un argomento obsoleto, riapertosi, al contrario, anche in Europa, non soltanto in Svezia ma anche in Francia, dove il tema è stato affrontato spesso durante le ultime presidenziali da più di un candidato, Macron compreso”. Queste sono le parole della ministra della Difesa Pinotti, che, lo scorso 13 maggio al raduno nazionale degli Alpini, si è espressa in maniera positiva rispetto alla reintroduzione della leva obbligatoria per il Servizio Civile.
Per la ministra, infatti, il Servizio Civile avrebbe il merito di formare i giovani italiani in ambito di sicurezza sociale e protezione civile, ponendosi altresì come un trampolino di lancio anche per il mondo professionale. La scelta dell’associazione o ente presso cui svolgere tale servizio per la durata di sei mesi ricadrebbe sui singoli candidati, eccezion fatta per le missioni estere che, come affermato ancora dalla ministra, richiederebbero personale militare professionalmente formato. Ad accogliere favorevolmente la proposta è la Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile (Cnesc), organizzazione al cui interno confluiscono circa una ventina di associazioni di beneficenza, quali Avis, Unicef, Acli, Caritas e altri ancora.
D’altra parte sarebbero sempre più numerosi i giovani che ogni anno farebbero richiesta volontaria presso gli enti convenzionati con il Servizio Civile Nazionale, ma proprio in quest’ultima tendenza si celerebbe, tuttavia, il punto debole del disegno di legge avanzato dalla Pinotti. In vigore dal 2001, infatti, il progetto del Servizio Civile si trova di fronte a una realtà complessa, poiché le richieste di partecipazione inoltrate ogni anno superano di gran lunga il numero di posti disponibili.
Argomenta Luigi Bobba, sottosegretario del lavoro ed ex presidente nazionale delle Acli, mettendo in campo un po’ di numeri: “sono circa trentaseimila i volontari attualmente in azione, mentre il prossimo bando ne prevederà quasi quarantanove mila”. Quote non trascurabili, se non fosse che le richieste nel solo anno 2016 sono state quasi il doppio. A detta di Bobba, quindi, l’urgenza non starebbe nel rendere obbligatorio il servizio, bensì fare in modo che esso possa essere fruito da tutti i ragazzi che ne fanno domanda.
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