Nel corso di un incontro con gli studenti tenutosi presso l’istituto “Manfredi Tanari” di Bologna, il ministro del lavoro Giuliano Poletti è tornato al centro della bufera mediatica a causa di una frase da lui pronunciata e ritenuta da molti infelice ed offensiva nei confronti dei lavoratori.
Non è la prima volta che il ministro si esprima in maniera tale da sollevare proteste da parte di politici ed utenti del web. In questa occasione, lo stesso avrebbe detto: “Il rapporto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum“. Tra i più inferociti, Matteo Salvini ha chiesto le immediate dimissioni del ministro, mentre altri, come il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, avrebbe consigliato al ministro di dedicarsi lui stesso al calcetto, piuttosto che prendere in giro disoccupati e studenti. A questi, si aggiungono vari utenti dei social che avrebbero ironizzato in maniera divertente sulle parole del ministro, mentre altri lo difendono, sostenendo la bontà del contenuto delle proprie parole, nonostante la “forma” lasci spesso a desiderare.
L’incontro, in ogni caso, ha visto il ministro interagire con gli studenti, a proposito delle difficoltà da essi riportate nel gestire l’alternanza scuola – lavoro. Non sono mancate altre espressioni abbastanza discutibili, come “Se vai in un bar ti fanno fare un caffè”, cercando di giustificare le attività manuali, non troppo spesso gradite, cui gli studenti vengono sottoposti nelle aziende in cui vengono tenuti gli stages. O ancora, il ministro avrebbe detto “Intanto vedi un mondo”, con riferimento alla possibilità di conoscere nuovi ambienti, come quello lavorativo, sebbene queste attività destino ancora numerose perplessità circa la loro utilità.
Ma dal canto suo, il Ministro ha preferito rispondere:“Vedo che si stanno strumentalizzando alcune frasi che ho pronunciato in occasione di un incontro con gli studenti di una scuola di Bologna per parlare di alternanza scuola-lavoro. […] Voglio chiarire che non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola”.
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