La vita professionale e affettiva di una persona può prendere direzioni inaspettate, nonostante si cerchi sempre di indirizzarla verso qualcosa che porti sicurezza e certezza. Ciò è quello che è accaduto a Salvatore Ascanio, medico radiologo in pensione, pittore per passione, che comincia a dipingere all’età di 77 anni in seguito alla perdita di Teresa, moglie amatissima.
Il super nonno sprint, come lo chiamano i suoi nove nipoti, è stato medico radiologo presso l’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Ha trasmesso la passione per la medicina anche ai due figli che oggi esercitano la sua stessa professione. “La medicina è stata per me il secondo amore della mia vita, dopo mia moglie. Ho fatto tutto ciò che era possibile per essere un buon medico. Adesso faccio il pittore e spero, se avrò la grazia di vivere ancora qualche anno, di continuare a dipingere altri quadri.” ha raccontato ai microfoni di LiveUniCT.
Il neo pittore racconta di non sentirsi legato a nessun artista in particolare: “I miei dipinti hanno una visione di una dimensione parallela. Un’altra dimensione che non tutti vediamo. Io non mi avvicino a nessun pittore famoso, non mi accosto per nulla ai loro livelli, potrei anche offenderli. Però, i miei colori piacciono perché la gente capisce che hanno un significato unico. Comunicano, dialogano, per la gente dicono cose nuove. Io non cerco di esprimermi con i dipinti, ma di dar voce ai colori. I colori si parlano, si assimilano, si compattano. Quando ho cominciato a farlo pensavo che sarei diventato un pazzo, finché ho poi lasciato al mio cervello la responsabilità di agire come per lui era naturale fare. Quando dipingo vedo che c’è vicino a me un’altra dimensione. Forse ho cominciato per allontanare la disperazione, non lo so, ma è stato piacevole, perché è così che ho scoperto il valore di ciò che è virtuale, per vivere meglio il reale. Tutto è virtuale, apparente e fugace.”
Da un approccio di vita più scientifico a uno più artistico, è possibile non definire un confine tra le diverse discipline, come afferma l’ex medico: “Nonostante sia stato un medico radiologo, ho avuto una cultura umanista, ma di certo non pensavo un giorno di trovarmi di fronte a una tela per dipingere. L’esperienza del dipingere è stata per me formativa. Quest’arte è riuscita a tirar fuori tutto ciò che di artistico c’è nella mia sensibilità creativa.”
Infine, un pensiero va anche ai giovani della nuova generazione, avvolti, ormai, da un sentimento di apatia generale: “Questo è il millennio delle nuove invenzioni e, quindi, leggono poco, studiano poco e vogliono stare fino a tarda età con i genitori. Ai giovani di oggi dico di non dare eccessivo interesse alle cose superflue, amate di più, studiate di più, leggete di più perché la lettura fortifica.”
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