A Genova, nel Levante e a Borgo Nuovo, dove le mamme hanno organizzato un sit-in, si stanno svolgendo scioperi e manifestazioni contro l’inaccettabile situazione di aule freezer, dove i termosifoni, se presenti, non svolgono in modo soddisfacente la loro funzione. Hanno scioperato gli allievi della scuola professionale alberghiera di Lavagna e gli studenti dell’Istituto tecnico commerciale di Chiavari, dove sono entrati solo 15 studenti su 100.
Il ministro dell’istruzione Valeria Fedeli ha espresso il suo disappunto ieri a Salerno: “È inaccettabile se nelle scuole vi siano le caldaie rotte e i ragazzi e le ragazze debbano seguire le lezioni al freddo“. La Fedeli ha inoltre detto che spesso pensiamo solo alla funzionalità della scuola in sé, alla loro messa in sicurezza e anche alla loro estetica, ma spesso viene sottovalutato un dato come il riscaldamento che invece risulta essere di primaria importanza.
Ma in tante scuole non c’è alcun sistema di riscaldamento da accendere. Ecco perché anche stamattina le mamme dei bambini della scuola Gregorio-Raciti di Borgo Nuovo hanno protestato davanti ai cancelli. Negli istituti superiori c’è lo stesso problema e nelle scorse settimane, è arrivata una nota che invita i dirigenti scolastici a usare le risorse di gasolio disponibili con parsimonia.
A Catania, l’assessore alla scuola Valentina Scialfa ha annunciato: “Abbiamo agito con la massima celerità su input del sindaco Enzo Bianco e recependo le richieste di genitori e docenti perché tutti abbiamo a cuore la salute dei nostri bambini e dei nostri ragazzi“. Le ore di riscaldamento giornaliere nelle scuole della città saliranno da sei a otto (il massimo consentito) fino al 15 di febbraio. Il provvedimento interessa 118 scuole – materne, elementari e medie – su tutto il territorio cittadino. L’aumento della spesa, circa 35.000 euro per un mese, sarà gestita all’interno del contratto Consip.
Si auspica pertanto un miglioramento della situazione in tutta Italia per permettere il regolare svolgimento delle lezioni in classe. Il provvedimento attuato a Catania, secondo alcuni studenti, probabilmente non servirà a molto in quanto gli edifici sono troppo grandi per permettere un riscaldamento omogeneo degli istituti. Considerato che ogni anno si ripresenta la medesima situazione, è auspicabile che disagi del genere non si verifichino più.
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