Stop al Gps, l’Europa può orientarsi da sola, senza usare impianti satellitari creati in altri paesi: è attivo il sistema satellitare Galileo sviluppato dall’Unione Europea e dall’Agenzia Spaziale Europea, che permette di sganciarci dall’americano GPS.
La realizzazione di questo impianto ha richiesto 17 anni e circa 10 miliardi di euro; cifre che sembrano comunque irrilevanti dati i numerosissimi vantaggi: in appena 20 anni si pensa che Galileo garantirà 90 miliardi di euro a tutta l’Europa, un’Europa che basa il 10% delle sue entrate sui prodotti satellitari e che si prevede che ne baserà il 30% entro il 2030. Potrà forse essere adoperato per tamponare la crisi economica?
Il sistema Galileo offre dei vantaggi esclusivi che lo rendono altamente competitivo contro l’ormai classico GPS: una maggior accuratezza nella geo-localizzazione; un aumento della copertura globale dei segnali; un’alta disponibilità ed infine un’elevata continuità di servizio. Sebbene esso generi un segnale indipendente, sarà compatibile anche con il GPS perché ancora i nostri telefoni, computer ed apparecchi elettronici in genere non hanno il chip compatibile con Galileo.
È tuttavia innegabile che sarebbe utilissimo installarlo nei dispositivi di ultima generazione: secondo Qualcomm ogni dispositivo con le ultime versioni del processore Snapdragon potranno collegarsi al Galileo dopo un semplice aggiornamento.
Il sistema può contare su 14 navicelle più altre 4 in prova, ma entro il 2020 il numero dovrebbe salire a 30 navicelle, cosa che garantirà una precisione maggiore e una connessione più stabile. Le differenze con il classico GPS sono abissali: per il pubblico, Galileo avrà una precisione di un metro (il GPS arriva solo a 5 metri), mentre a livello governativo arriverà fino ad 1 cm. Jean-Yves Le Gall, presidente dell’agenzia spaziale francese, prova a spiegare la situazione dicendo che il GPS permette di conoscere l’area in cui si trova un treno, mentre il Galileo permetterà di scoprirne addirittura il binario.
Un ulteriore aspetto da non sottovalutare è che finalmente l’Italia gioca un ruolo importante: il centro operativo di Galileo si trova a Praga, ma in Abruzzo vi è uno dei due centri di controllo.
Tutto ciò porterà a sviluppi inaspettati nel campo della geo-localizzazione e sicuramente migliorerà la qualità dei nostri navigatori satellitari che, agganciati al GPS di origine e funzione militare, non hanno garanzie di continuità del servizio. Nonostante l’avvio fosse previsto per il 2008 e i costi siano stati triplicati, questo progetto rappresenta comunque un traguardo notevole e porterà sicuri vantaggi tecnologici ed economici a tutta l’Europa.
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