Università di Catania

UNICT – Querelle fotografi alle sedute di laurea: l’intervento di uno studio fotografico

fotografiaIn merito alla vicenda, sollevata nei giorni scorsi da alcuni studenti dell’Ateneo di Catania, relativa alla richiesta di “Promulgazione del regolamento per la selezione e l’accesso dei fotografi durante le lauree”, attraverso una petizione online su Change.org, uno studio fotografico, sentitosi chiamato in causa, ha richiesto autonomamente la pubblicazione di un intervento in modo da poter esprimere la propria opinione sulla vicenda; intervento che, di seguito, riportiamo integralmente e fedelmente:

“In primo luogo ringraziamo Liveunict per averci dato la possibilità di esprimere il nostro punto di vista su una vicenda quanto mai intricata e che ha causato molta sofferenza in tutti noi.
Noi siamo lo studio fotografico Di Giorgio, quando abbiamo cominciato Garibaldi era ancora vivo, l’energia elettrica era in fase sperimentale e i processi fotografici ai sali d’argento una novità, da allora ne abbiamo fatta di strada, e tanta.
Siamo sopravissuti al maremoto\terremoto del 1906,alla prima guerra mondiale, alla pandemia gobale di influenza spagnola, alla grande depressione degli anni trenta, al fascismo, alla seconda guerra mondiale e da ultimo alla devastante crisi economica scatenatasi nel 2008, siamo nati nel 1886 e quest’anno celebriamo 130 anni di onorata, prestigiosa e onesta vita.
Verga, Capuana, Angelo Musco, Giovanni Grasso, Lina Cavalieri, Arturo Toscanini hanno frequentato lo studio Di Giorgio, abbiamo raccontato con le nostre immagini le vite, le vanità, le gioie ed anche il dolore di sei generazioni di catanesi, ma siamo andati oltre, molto oltre.
Dalla metà degli anni ottanta il nostro raggio d’azione è divenuto internazionale, abbiamo documentato  le guerre civili e i muri che cadevano, i massacri inenarrabili e la fame, quella vera che spinge milioni di esseri umani a rischiare tutto pur di sfuggirle.
Le nostre foto hanno la pelle scura o gli occhi a mandorla, sono bionde o nere come la pece, ti fulminano con i loro occhioni azzurri o ti deridono come solo gli sguardi delle periferie sanno fare, parlano tutte le lingue ma dicono una cosa sola, riferiscono del nostro smisurato amore per la Fotografia.
E quando il sonno della ragione ha generato mostri e le nostre strade sono esplose spargendo frammenti di corpi umani e libertà ferita, quando la guerra della mafia è diventata sfida aperta a tutti noi,le nostre foto sono state una chiamata alle armi,quelle immagini di piedi mozzati e tronchi umani carbonizzati hanno mostrato alle coscienze sonnecchianti di molti che quel sangue era stato versato per loro e non potevano più girare lo sguardo da un’altra parte,noi siamo questo, non una banda di mafiosi che gestiscono un racket.
Tra di noi ci sono antimafiosi della prima ora,persone che hanno contribuito all’organizazzione del movimento contro la mafia a Catania all’indomani dell’omicidio di Pippo Fava,altri sono volontari di organizazzioni umanitarie che intervengono in varie parti del mondo e poi ci sono onorati e stimati professionisti, fotoreporter e tanti giovani, carusi che sono il nostro orgoglio, lo studio Di Giorgio è fatto di gente per bene,persone che si alzano al mattino e vanno a buscarsi il pane con il sudore della fronte.
Da mesi siamo sottoposti ad un indegno e vergognoso tiro al bersaglio,individui convinti che su facebook si possa diffamare liberamente hanno rovesciato su di noi tonnellate di fango e falsità di ogni tipo,vogliono distruggere la nostra identità professionale e umana,sanno bene che di tutta questa melma qualcosa comunque rimarrà.Sui perchè di questa ignobile campagna sarà forse possibile fare chiarezza nelle aule dei tribunali dove trascineremo tutti i responsabili,se c’è un disegno dietro tutto ciò sarà compito della giustizia stabilirlo,ma è lecito sospettarlo,ci sono infatti circostanze assai curiose,ad esempio,perchè persone che non hanno mai avuto niente a che fare con noi ci attaccano con violenza?perche tra i diffamatori ci sono soggetti nemmeno iscritti all’università?e poi perchè visionare un servizio fotografico,acquistarlo,pagarlo tranquillamente senza fiatare e poi andare a casa e darci dei mafiosi su facebook?che senso ha?se un cliente è insoddisfatto può chiedere modifiche,aggiustamenti,può rifiutare il servizio e avere restituito l’acconto,perchè invece mirare alla distruzione e allo sfregio della nostra immagine?
Il tentativo sembra quello di fare passare un teorema che più o meno è il seguente:noi siamo dei mascalzoni che impediscono a parenti e amici nonchè ad altri professionisti di fotografare durante le sedute di laurea,il tutto con l’acquiescenza(o connivenza)delle istituzioni,questo sarebbe possibile perchè manca un “regolamento”e quindi la petizione serve a ristabilire la legalità,peccato che tutto questo sia  solo frutto di una operazione di falsificazione della realtà.
Cominciamo con il dire che la maggioranza degli atenei italiani non ha alcun regolamento in merito alle foto di laurea,solo alcuni hanno adottato regolamenti che differiscono molto da caso a caso,questo è dovuto probabilmente alla circostanza che la legge regola già la materia,segnatamente le norme che disciplinano l’accesso alle cerimonie pubbliche,l’Università di Catania ha sempre rispettato questa normativa e garantito il libero accesso a tutti,nessuno ha mai impedito ad alcuno di accedere e fotografare durante le sedute di laurea,NESSUNO!chi afferma il contrario è un bugiardo che mente sapendo di mentire!a tal riguardo per completezza dell’informazione forniamo a Live unict una serie di foto di sedute di laurea che provano in modo incontrovertibile la presenza di fotografi di tutti i tipi,amici,parenti,professionisti ed anche abusivi,pseudofotografi “clandestini”questi ultimi che sono una piaga devastante per la nostra categoria.
Noi siamo fotografi specializzati nelle lauree,da 58 anni la nostra attività in materia di foto di cerimonie  è circoscritta esclusivamente a questo,per il resto realizziamo reportage a largo raggio e ci occupiamo di formazione ,abbiamo infatti condotto da nove anni a questa parte i Laboratori sperimentali di fotogiornalismo dell’Università,chi vuole comprare le nostre foto è libero di farlo  o di rivolgersi ad altri,la specializzazione è la chiave del nostro successo,il rispetto degli altri il nostro codice di comportamento,pensare a noi come ad una superpotenza mafiosa in grado di tenere sotto scacco per sei decadi uno dei più grandi atenei del Sud Italia è semplicemente demenziale,chi ha portato avanti questa tesi dovrà dimostrarlo davanti ad un giudice.Non temiamo l’adozione di regolamenti,qualunque cosa deciderà l’Università in merito sarà da noi accolta con spirito collaborativo e disciplina,siamo sicuri che quando di tutta questa sordida vicenda si sarà persa la memoria ci sarà ancora un Di Giorgio a fare le foto di laurea all’Università,siamo una vecchia quercia,ma le nostre radici sono solide ed abbiamo la coscienza a posto.
Grazie per l’attenzione

Di Giorgio 1886”

LiveUnict ribadisce la propria volontà di rimanere estranea ai fatti e di non prendere posizione in merito, limitandosi a raccontare, anche in futuro, la cronistoria degli eventi.