Oggi si fanno i conti con la perdita di un grande uomo, un combattente con la penna che per la mafia era solo un elemento di fastidio. Come ogni anno, il 5 gennaio avviene la commemorazione in suo onore.
Una giornata interamente dedicata al ricordo, alla legalità. Questa mattina l’assessore alla Legalità del Comune di Catania Rosario D’Agata ha portato una corona d’alloro in memoria di Giuseppe Fava davanti alla lapide della strada intitolata al giornalista. Oltre a D’Agata, che ha indossato la fascia tricolore in rappresentanza del sindaco Enzo Bianco, presente alla cerimonia anche l’assessore alla Cultura Orazio Licandro.
“La città non deve dimenticare l’esempio di Giuseppe Fava – afferma l’assessore alla Legalità – che nel 1984 era solo a non voltare la testa dall’altra parte e denunciare che a Catania era arrivata la mafia. La nostra Amministrazione continua a battersi perché la città percorra la strada della legalità e del rispetto delle regole. Nel pomeriggio – annuncia D’Agata – interverrò alle iniziative organizzate dalla Fondazione Fava e da altre associazioni, anche per ricordare quella grande donna che fu Elena Fava, recentemente scomparsa”.
Alle 12,15 anche il gruppo siciliano dell’Unci ricorderà il sacrificio del giornalista con un minuto di silenzio e la deposizione di un omaggio floreale sulla lapide. Successivamente sarà consegnato il tesserino di cronista onorario al giornalista Riccardo Orioles, firma storica de I Siciliani. Interverranno il vicepresidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales, i consiglieri nazionali Elena Giordano e Giuseppe Lo Bianco, e il presidente regionale dell’Unci Andrea Tuttoilmondo.
Pippo Fava era un uomo poliedrico e con tante passioni. Oltre al giornalismo, era un grandissimo appassionato di cinema e teatro. Scrisse fin da ragazzino, vinse premi e girò l’Italia in tournée. Da Roma torna in Sicilia, dove si dedica al suo primo amore. Grazie al dono della scrittura riuscì a comunicare e a denunciare le attività di Cosa Nostra. Diventa direttore del Giornale del Sud, un giornale giovane, corragioso contro tutto ciò che è mafia. Ma la permanenza di Fava è breve. La gestione viene affidata a nuovi imprenditori e il giornalista viene licenziato.
Rimasto senza lavoro organizza e sviluppa un suo progetto: I Siciliani. Una rivista di inchieste e reportage, una rivista in cui il potere corrotto viene messo a nudo: attività illecite, imprenditori venduti, amministrazioni comprate.
Noi studenti lo vogliamo ricordare oggi, domani, sempre, perché la legalità deve essere sempre in primo piano, perché lo Stato deve essere dalla parte dei giusti, perché non si deve mai smettere di aprire la bocca.
Qui è stato ucciso Giuseppe Fava, la mafia ha colpito chi con coraggio l’ha combattuta, ne ha denunciato le connivenze, col potere politico ed economico e si è battuto contro l’installazione dei missili in Sicilia.
Gli studenti di Catania
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