Con l’ espressione libertà di panorama si indica la possibilità di scattare e riprodurre fotografie di monumenti, opere ed edifici pubblici senza infrangere il diritto d’ autore di alcuno. Attualmente, tale libertà sussiste solamente in in alcuni dei Paesi membri (come Spagna, Portogallo e Germania), mentre in altri (tra cui l’ Italia) sarebbe, teoricamente, vietato scattare e pubblicare foto panoramiche contenenti elementi monumentali.
Tra i Paesi in cui è riconosciuta la cosiddetta freedom of panorama esistono, inoltre, una serie di limitazioni, non sempre, ragionevoli: in Francia, ad esempio, pare non sia possibile scattare e diffondere foto notturne della Torre Eiffel.
Per questo motivo, il 9 luglio si cercherà di uniformare le legislazioni europee su tale questione e il Parlamento Europeo si incontrerà per discutere su una nuova legge sul copyright che prevede, tra l’ altro, il divieto di pubblicare foto che immortalano monumenti e opere pubbliche in mancanza dell’autorizzazione del titolare dei diritti d’autore.
La possibilità che questa nuova legge diventi concreta fa rabbrividire, non a torto, gran parte dell’ opinione pubblica. Chi di noi non ha mai pubblicato nei suoi profili social immagini panoramiche in cui sono presenti edifici monumentali? Nessuno è la risposta; perché condividere una foto è divenuto uno dei tanti modi per comunicare nell’ epoca del web 2.0. A favore della libertà di panorama si sono così mobilitati migliaia di utenti che per dimostrare la loro contrarietà all’ assurda proposta di legge, hanno photoshoppato le loro immagini panoramiche, coprendo i monumenti presenti con macchie di colore.
Fotografare e condividere un’ opera d’ arte non è altro che uno dei tanti casi ascrivibili alla rilocazione – definito dal professore di filmologia Francesco Casetti nel suo breve saggio L’Ultima Cena in Piazza della Scala – “un processo attraverso cui un’esperienza, quale essa sia, trasmigra da un luogo ad un altro. Si tratta di uno spostamento mirato a conquistare un nuovo ambito – fisico, esistenziale o tecnologico – in cui far rivivere quasi alla stessa maniera ciò che avremmo potuto vivere altrove, e nello stesso tempo in cui trovare nuove possibilità e nuove dimensioni che diano a questo nostro vivere un diverso spessore”.
La rilocazione, in quanto tale, è fortemente legata alle dinamiche di globalizzazione in cui quotidianamente siamo immersi e, se interessa, come nel caso preso in esame l’ arte, non deve essere intesa come una perdita d’ aura ma piuttosto un modo per far circolare e quindi valorizzare il patrimonio artistico e architettonico.
Inficiare la libertà di panorama significherebbe, dunque, per l’ Unione Europea fare una mossa anacronistica; per non parlare delle ricadute negative che l’ attuazione di questo divieto avrebbe sul turismo e perciò sull’ economia europea.