CATANIA – Piove ancora sul bagnato, nonostante il maltempo record delle ultime settimane, ma piovono soprattutto i fischi dal pubblico indispettito del Massimino. Il tutto al termine di una gara scialba e quasi monotona, l’ennesima di una stagione da incubo per i colori rossazzurri.
Il Catania si è dissolto, spazzato via da una gestione societaria che è sotto gli occhi di tutti. E oggi a rischiare sono in molti, nessuno escluso.
La classifica alla 28° giornata parla abbastanza chiaro: la formazione di Dario Marcolin è ultima a quota 28 punti in compagnia di Varese e Crotone.
La media attuale di 1 punto a partita (in realtà gli etnei devono recuperare il match con il Modena, in trasferta) è piuttosto emblematica e lo spettro di una incredibile seconda retrocessione consecutiva, stavolta in Lega Pro, è sempre più vicino.
Ma c’è di più. Il Catania non ha mai vinto fuori casa, ottenendo soltanto due pareggi in dodici match, e contro il Frosinone colleziona la terza sconfitta al Massimino, prima roccaforte inespugnabile, adesso alla mercede di tutti. Insomma, numeri da incubo.
Proprio la squadra allenata da Roberto Stellone, ultima corsara in terra sicula, fa sua la posta intera con una facilità disarmante, nonostante l’illusorio vantaggio etneo firmato da Lucas Castro.
PRIMO TEMPO
La partita inizia a bassi ritmi e gli unici episodi degni di nota non riguardano certamente il calcio giocato. Prima l’infortunio di Coppola, sostituito da Martinho al 14’ e poi la serie di cartellini gialli che l’arbitro Pasqua di Tivoli sventola in faccia a Schiavi, Rinaudo e Maniero. In mezzo praticamente il nulla, con i ciociari bravi ad imbrigliare il Catania.
Tuttavia, quando meno te lo aspetti ecco che al 44’ arriva il vantaggio rossazzurro a opera di Castro, abile ad insaccare la rete dell’1-0 sul cross di Mazzotta.
SECONDO TEMPO
Dopo l’intervallo la musica non cambia. I siciliani appaiono rinunciatari, lenti, impacciati e sulle tribune già qualcuno mugugna. Dall’altro lato gli ospiti non demordono, ma anzi sembrano viaggiare a una velocità doppia rispetto a quella degli avversari.
Eppure, il Catania potrebbe raddoppiare sfruttando gli ampi spazi sulle ripartenze, ma invece è il Frosinone a passare al 57’ con Dionisi che è bravo a ribattere a rete su un rilancio errato di Schiavi. È il gol del pareggio e pure l’inizio della fine per le speranze etnee. Passano appena nove minuti e l’undici di Stellone completa la rimonta con un bel tiro dal limite di Ciofani. Nulla da fare per Gillet. Proprio niente da fare per il Catania, seppur ci provi al 34’ con Maniero, il cui tiro a botta sicura viene salvato sulla linea da Blanchard.
Svaniscono altri tre punti preziosi e al termine c’è spazio esclusivamente per i fischi copiosi e meritati del Massimino.
PROFONDO ROSSO
Come se non bastasse, il cammino verso la salvezza si fa ancora più duro dopo questa sconfitta. Non a caso, martedì a Bari saranno almeno cinque le assenze pesanti: gli squalificati Maniero, Escalante e Schiavi e gli infortunati Coppola e Martinho.
Il futuro è tutt’altro che roseo ai piedi dell’Etna e pare più che mai evidente che i disastri di questa stagione non fossero da addossare semplicemente all’allenatore di turno e forse nemmeno alla rosa a disposizione.
E allora di cosa si tratta? Preparazione atletica sbagliata, scelte societarie avventate? Probabilmente nessuno riuscirà mai a dare una risposta ai quesiti che tormentano da ormai oltre un anno i supporter rossazzurri, ma una cosa è certa: questo Catania è lanciato verso una rovinosa e dolorosa discesa verticale. La stessa che lo ha condotto dall’ottavo posto in serie A nella stagione 2012-13 all’attuale ultimo posto in Serie B.
Fare gli scongiuri è certamente d’obbligo, ma a poco potrà giovare se non si porrà veloce rimedio a una situazione sportivamente drammatica, già annunciata da tempo.
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