Il Museo Emilio Greco di Catania ospita la mostra “Il rapimento lirico e la poetica del corpo femminile” a cura di Adele Nicotra. L’inagurazione avrà luogo sabato 31 gennaio, alle ore 18.00, nel Museo dedicato all’Artista e sarà visitabile fino al 20 febbraio.
Protagoniste del progetto le artiste Tiziana Contino, Claudia Gambadoro e Alice Grassi, invitate a mettersi in relazione con le opere e le tematiche principali delle produzioni artistiche del Maestro Greco, in particolar modo la donna.
Tre sale sono state destinate alle loro opere con lo scopo di diventare luoghi creativi. Le “stanze tematiche” da loro realizzate sono il finale di un percorso tessuto intorno al fil rouge conduttore delle creazioni del Maestro, la donna e il suo corpo. La corporeità femminile è emblema della forza creatrice in grado di esprimersi attraverso il rapimento lirico e la cui armonia è delineata con un tratto deciso, ma dai contorni indefiniti che gli permettono di mescolarsi con il suo contrario.
La prima stanza ospita l’opera di Tiziana Contino, docente all’Accademia di Catania e Torino, “Il Geoide”. Si tratta di sculture originate dai calchi del suo corpo e del suo complemento. È esplicita la ripresa dell’idea platonica espressa nel Simposio circa il raggiungimento della completezza dell’essere umano attraverso la ricerca dell’altra metà.
La seconda racchiude il lavoro di Claudia Gambadoro. Il suo genio artistico diventa creazione attraverso la rielaborazione, negli spazi del Museo, di un progetto creato e snodatosi in più luoghi fisici. La sua opera risulta essere il corpus delle sue creazioni e ci restituisce il progetto Trànsitor, realizzato nel Museo di Santiago del Cile MAC (Contemporary Art Museum) e adesso adattato allo spazio del Museo Emilio Greco. Le sue opere sono metafora di un “corpo” sempre in viaggio come la mente che contiene.
L’ultima stanza è stata affidata ad Alice Grassi e lo spazio da lei allestito è simbolo della libertà come superamento dei limiti. Attraverso l’uso di molteplici mezzi reinterpreta la poetica del corpo femminile con toni intellettuali, dove la tensione verso l’infinito è simbolo di rapimento lirico. I suoi Appunti sul Volo sono immagini chiare che sembrano confondersi con le pareti, trasmettono silenzio e la piccolezza dell’umanità. È la sua propensione verso gli spazi privi di limiti ad essere interpretata come una nuova espressione della poetica del corpo femminile.
Le tre stanze sono luoghi d’arte nell’arte, un microcosmo in cui la memoria non conosce limiti se non quelli imposti dalla mente, entrare in queste tre stanze e percorrerle significa allontanarsi dai confini del proprio corpo e mimetizzarsi con le opere circostanti, venendo meno a qualsiasi collocazione spazio-temporale.