Categorie: Attualità

Come si esprime la “libertà“ all’interno di un gruppo virtuale? Esperimento social su “Spotted Unict-io ci metto la faccia”

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Sull’onda delle polemiche inerenti alla strage di Parigi, sono state indette per il 10 Gennaio 2015, sul gruppo Spotted:UNICT- io ci metto la faccia,  ventiquattro ore di libertà di pensiero, parola ed autogestione.

Comportatevi come se non ci fosse un regolamento, spammate, insultate, criticate, trollate. Gli animi più sensibili possono abbandonare il gruppo e chiedere di rientrare successivamente“. Questa la premessa.

Tale gruppo era nato con lo scopo di conoscere nuova gente e confrontare i propri pensieri sui più disparati argomenti, già nel mese di settembre. Negli ultimi giorni, dopo diverse esclusioni di alcuni utenti, sono state mosse polemiche sulla mancanza di libertà di parola persino in un piccolo ambiente come il nostro, e proprio mentre i TG del mondo parlavano di Parigi.

Inizialmente la risposta di alcuni membri del gruppo appare indignata e, dopo neanche mezz’ora, la proposta miete già le prime “vittime”, che decidono di lasciare il gruppo.

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ALCUNE CONSIDERAZIONI DI ALCUNI STUDENTI “VITTIMA” DELL’ESPERIMENTO

Insulti, indignazioni, offese volutamente provocatorie e riferimenti sessuali a tutto spiano sembrano indicare che ci sia qualcosa di più profondo nella reazione di chi pubblica link di ogni genere e di chi li commenta. Il concetto di libertà di parola, pare essere vissuto come catarsi. Del resto, in una società che comprime istinti e impulsi a favore di un affettato quieto vivere, quale ghiotta occasione come questa per scaricare tanta energia e sfogarsi?Simona Marletta

Il far parte del gruppo dovrebbe offrire la possibilità a noi studenti di imparare a relazionarci, accettare (senza poi per forza condividere) un credo o un pensiero altrui, guardando in maniera obiettiva gli oggetti di discussione ed esprimendo poi un proprio parere senza pretendere che ciò debba essere più corretto di quello d’altri ”. Francesca Andronico

Impariamo a non prenderci sul serio, usiamo la tolleranza, e questo giorno di libertà potrà protrarsi per il resto dei giorni di Spotted. Poco importa che le nostre idee siano differenti, ma bisogna lottare affinché tutti possano esprimerle e senza che si venga moralmente uccisi, sparati.Alessia Pappalardo

Forse questa proposta, apparentemente beffarda e incoerente, nasconde un amaro sarcasmo. E mentre questo Carnevale di istinti e di risate va avanti, c’è, però, chi coglie un aspetto che merita attenzione: “Oggi c’è ironia, e ci si insulta molto meno!”. Curioso come si accettino gli insulti quando si sa che tutto è solamente un gioco. Forse l’invito era proprio questo: liberarsi dal fardello della nostra personalità, dei nostri pregiudizi, del nostro egocentrismo. Libertà di non vivere tutto come un attacco personale, di farsi una risata. Un invito alla leggerezza, a non prendersi troppo sul serio perché RIDERE è una cosa SERIA, bisogna saperlo fare! Bisogna prendersi in giro e non prendere in giro, ridere con gli altri e non degli altri.. La sana risata e l’ironia costituiscono una grande libertà che dovrebbe essere vissuta ogni giorno. Simona Marletta.

Valentino Loria

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