E arrivata la Pasqua, simbolo di rinascita, a me è sembrato doveroso ricordare un avvenimento molto importante: la XVII “Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime di tutte le mafie”. Ogni anno, per ormai diciassette anni, viene celebrato il 21 Marzo come commemorazione delle vittime di mafia. Instituita da Don Ciotti nel 1996, si è scelto proprio il 21 marzo per il simbolo che porta: primo giorno di primavera e quindi rinascita per un futuro migliore.
Vogliamo parlarne ora, per pasqua, come buon augurio per una resurrezione, degna di tale nome, della nostra società e che la mafia venga debellata in primis dal nostro modo di pensare.
Ma vediamo un po’ chi è don ciotti e cosa ha fatto con la sua associazione “Libera – associazione nomi e numeri contro le mafie”.
L’associazione nasce il 25 marzo 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008 è stata inserita dall’Eurispes tra le eccellenze italiane.
Il fondatore di tutto questo impegno è Don Luigi Ciotti, da sempre attivo nella lotta alla mafia.
Anche a Catania, per la precisione a Misterbianco, viene celebrata la giornata nazionale avendo come anche la testimonianza del giudice Marisa Acagnino che sostiene il termine antimafia, ma ne puntualizza l’abuso e la perdita di tale significato.
E’ vero che fare memoria significa schierarsi e far capire da che parte stiamo, ma il nostro impegno non può solo essere partecipare ad un convegno contro la mafia. E’ vero che già questo è un punto di partenza per una presa di decisione e d’impegno, ma non basta: bisogna differenziarsi dalla massa che fa “antimafia”. La domanda cruciale è proprio ‘Come?’.“Ai tempi della morte di Falcone e Borsellino si sapeva da che parte stavamo, ed è difficile far capire ad un giovane, oggi, cosa voglia dire per noi quelle morti. Oggi la mafia spara di meno, è vero, ma esiste. Un esempio palese è Catania: Città con il più alto numero di centri commerciali per numero di abitanti”.
Le parole del Magistrato fanno riflettere. La serata si svolge all’insegna del triste ricordo di tutte quelle persone colpite dalla mafia, bambini, ragazzi, innocenti. Prosegue con le varie testimonianze, tra cui appunto, il magistrato Acagnino e la visione di vari video significativi.
La rassegna della memoria non ha avuto finale migliore, a mio parere: si è ricordato il caso di Giuseppe Fava, morto per attentato il 5/1/1994, proprio perché fu il primo a denunciare la mafia a Catania facendo nomi e cognomi. Il tutto tramite la visione dello spettacolo teatrale “Istruttoria”.
La frase che accompagnò quella serata ve la dedico come buon augurio di una resurrezione del nostro paese: “La mafia si giova delle complicità. Li si può allontanare, allontanando la paura, il consenso e la rassegnazione”
Lucia Maugeri
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