“La mia decisione di candidarmi, come ho già dichiarato, nasce prima di tutto dall’ambizione di continuare l’opera del Rettore Pignataro”, ha annunciato Filippo Drago, in corsa per la carica di rettore dell’Università di Catania per il sessennio 2017-2023.
Il prof. Drago ha diffuso il proprio programma elettorale, le parole chiave sono trasparenza ed efficienza. Tra i punti su cui si sofferma il programma vi è l’autonomia dell’Ateneo catanese, la questione di reclutamento e della progressione di carriera, il ruolo degli studenti, con un’attenzione anche al valore della ricerca, della didattica e del territorio.
Per l’autonomia, il candidato propone di potenziare la ricerca, come aveva già ribadito ai microfoni di LiveUniCT, e la qualità della didattica: “A questo scopo – spiega – mi sembra utile ricordare come in altri Atenei è risultato produttivo il metodo della ‘premialità immediata’, ovvero l’erogazione all’autore di un prodotto della ricerca valido ai fini della VQR di un fondo proporzionale alla sua importanza. Sul fronte della didattica, ricordo l’esperienza molto positiva dell’attivazione di un nuovo Corso di Studi, quello in Biotecnologie Mediche, presso il Dipartimento da me diretto che ha certamente migliorato la qualità dell’offerta formativa dell’Università di Catania”.
Per il metodo di governo, invece, il prof Drago sostiene che: “L’assunzione delle decisioni deve quindi avvenire come risultato di un confronto dialettico tra tutte le parti in causa, secondo il principio della trasparenza e della condivisione, evitando qualsiasi forma di autocrazia, autoreferenzialità e autoritarismo. Il criterio fondamentale cui dovranno adeguarsi le scelte strategiche dell’Ateneo è quello della trasparenza: da esso derivano gli altri criteri di significato etico, quali quello della condivisione, del merito e della programmazione.
Sono diverse le proposte riservate agli studenti: tra queste, l’istituzione di una no tax area per studenti appartenenti a nucleo familiare con ISEE fino a 13 mila euro fino al primo anno fuoricorso, l’esonero da tasse e contributi universitari per studenti dei dottorati che non hanno ottenuto la borsa di studio, ma anche la tutela delle rappresentanze studentesche.
“Credo profondamente, da appassionato didatta – spiega il prof. Drago – che gli studenti sono il fulcro del mondo accademico e l’oggetto fondamentale della sua missione. Ciononostante, la cultura universitaria in Italia è in crisi a fronte di una seria riduzione del numero dei laureati che è sostanzialmente conseguenza di un calo delle immatricolazioni e di un aumentato abbandono dei Corsi di Studio. Per ridurre lo scollamento tra studenti e Ateneo mi sembra essenziale un cambio di rotta per restituire all’Università l’identità di un luogo pubblico che genera cultura con il contributo paritetico delle due componenti, docenti e discenti”.
Attenzione viene riservata alla situazione dei ricercatori, che non possono essere marginalizzati, ma anche alla nascita di una nuova governace che parte dalla creazione di un apparato tecnico-amministrativo “all’altezza delle necessità di un’istituzione complessa ma con ambizioni di grande efficienza come l’Università”.
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