
L’Università Aldo Moro di Bari è finita al centro di una forte polemica dopo le dichiarazioni rilasciate da una docente del semestre filtro della facoltà di Medicina. Le frasi, definite “inaccettabili” dal Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, hanno scatenato l’indignazione del mondo accademico e degli studenti, riaccendendo il dibattito sull’accesso equo agli studi di Medicina e sul tema dell’inclusione universitaria.
L’episodi, risale al 2 ottobre 2025, al termine di una lezione particolarmente intensa. Durante l’incontro, la docente avrebbe affermato:
“Dovrebbe studiare Medicina solo chi proviene dal liceo classico o scientifico.”
A seguire, un’altra frase ha ulteriormente acceso gli animi:
“Se avessi avuto un figlio di 25 anni lo avrei mandato a consegnare le pizze piuttosto che fargli seguire il semestre filtro.”
Dichiarazioni ritenute discriminatorie e offensive dagli studenti, molti dei quali hanno espresso il proprio sdegno attraverso il sindacato studentesco Udu Bari, che ha denunciato pubblicamente l’accaduto.
“È giusto che possa chiarire con gli studenti”, hanno commentato i rappresentanti dell’Udu, sottolineando che l’intento non è quello di punire, ma di ottenere spiegazioni e scuse dirette.
La reazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito non si è fatta attendere. Il Ministro Bernini ha condannato duramente le parole della docente:
“Sono parole che tradiscono la missione stessa dell’Università, fondata sul rispetto, sull’inclusione e sul valore del merito.”
Bernini ha ricordato che il semestre aperto di Medicina nasce proprio con l’obiettivo di superare barriere economiche e sociali, eliminando i test d’ingresso selettivi e aprendo le porte a un maggior numero di studenti.
“Un sistema che allarga le opportunità, garantisce l’accesso indipendentemente dalle condizioni economiche e valorizza i talenti e le aspirazioni di migliaia di giovani”, ha aggiunto il Ministro.
L’esponente del Governo ha concluso chiedendo chiarimenti all’Ateneo barese e alla docente coinvolta, ribadendo:
“Nessuno studente deve sentirsi escluso o umiliato nel suo diritto di studiare.”
La vicenda resta aperta e attesa di sviluppi da parte dell’Università di Bari, che dovrà chiarire la posizione della docente e valutare eventuali provvedimenti.
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