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Sicilia, aumentano i costi di affitti e mutui: le città più care

Acquistare o affittare casa in Sicilia è sempre più difficile. I dati di Ance Sicilia fotografano una crisi profonda, con poche eccezioni e molte emergenze.

Trovare casa in Sicilia è diventato un percorso a ostacoli, sempre più ripido. Non importa se si parla di acquisto o affitto, i numeri parlano chiaro e raccontano una realtà drammatica, soprattutto per i più giovani e le famiglie a basso reddito. Il nuovo indice di accessibilità elaborato da Ance Sicilia fotografa una situazione ormai insostenibile in quasi tutte le città dell’Isola, con un dato allarmante: solo Trapani e Caltanissetta rientrano nei limiti di sostenibilità economica.

Il disagio abitativo cresce a vista d’occhio, e si fa sentire non solo nei centri storici, ma anche nell’hinterland, dove la spinta del turismo e delle locazioni brevi sta spingendo i prezzi alle stelle. Mentre a Palermo si prepara l’incontro con la Commissione “Hous” del Parlamento europeo, la Sicilia si interroga su un problema che non è più solo economico, ma profondamente sociale.

Acquistare casa in Sicilia? Un lusso per pochi

Secondo l’indice di accessibilità di Ance Sicilia, acquistare casa è diventato proibitivo per gran parte delle famiglie siciliane, soprattutto quelle con redditi inferiori ai 10.500 euro l’anno. In città come Palermo, Catania e Messina, queste famiglie dovrebbero destinare oltre il 45% del proprio reddito alla rata del mutuo: un valore ben oltre la soglia critica del 30% indicata dagli esperti come limite di sostenibilità.

E non va molto meglio nel resto della regione: anche Enna, Ragusa, Siracusa e Agrigento registrano indici preoccupanti, che oscillano tra il 32,7% di Agrigento e il 39,1% di Enna. Solo due capoluoghi sembrano ancora offrire una relativa sostenibilità economica: Trapani (28,4%) e Caltanissetta (22,7%). Ma quanto durerà questa “resistenza”?

La situazione migliora leggermente per le famiglie con redditi compresi tra 10.500 e 17.000 euro l’anno, ma anche in questo caso i margini sono risicati. Nelle tre aree metropolitane, infatti, l’indice si aggira comunque attorno al 28%, mentre solo a Caltanissetta si scende sotto il 15%. In pratica, il sogno di una casa di proprietà si sta trasformando in un privilegio.

Affitti sempre più inaccessibili: nessuno si salva davvero

Chi pensa di trovare rifugio nel mercato della locazione si sbaglia di grosso. Anche gli affitti sono fuori controllo. A Palermo, Siracusa, Catania, Messina e Trapani, l’indice di accessibilità per la locazione supera il 40%, rendendo praticamente impossibile sostenere i canoni mensili senza sacrificare altri aspetti fondamentali della vita quotidiana.

Nelle città considerate più accessibili”, come Agrigento (28,8%) e Caltanissetta (27,5%), la situazione resta comunque difficile. E anche chi guadagna un po’ di più — ma non abbastanza per accedere all’edilizia popolare — si trova in una zona grigia dove nessuna soluzione è davvero alla portata. Per queste famiglie, l’indice resta comunque alto, oscillando tra il 27% e il 29%, secondo i dati riportati da ” Il sole 24 ore”.

La crescente incidenza degli affitti brevi e del turismo ha contribuito a peggiorare il quadro anche nei comuni limitrofi alle grandi città. In alcune località dell’hinterland, i prezzi hanno raggiunto cifre da capogiro: Cefalù segna un indice del 72,6%, Taormina addirittura del 79,8%, Lipari al 62,4% e Acireale al 43,5%. Valori che rendono impossibile vivere o studiare in queste aree per chi non ha redditi elevati.

L’Europa arriva a Palermo: housing e rigenerazione urbana

Proprio per mettere a fuoco questa emergenza abitativa,  nella data odierna a Palermo si terrà un incontro promosso dalla Commissione speciale “House” del Parlamento europeo, presieduta da Irene Tinagli, con la partecipazione dell’eurodeputato siciliano Marco Falcone.

L’Ance Sicilia sarà tra i protagonisti dell’evento, e avanzerà la sua  proposta: un piano su larga scala di rigenerazione urbana e social housing, che punti a riqualificare aree dismesse senza consumare nuovo suolo.

Il sindaco Roberto Lagalla accoglierà a Villa Niscemi la Commissione House del Parlamento europeo, presentando i risultati raggiunti dall’amministrazione, tra cui la consegna di 140 alloggi tra ERP e beni confiscati. Ha annunciato l’istituzione di un nuovo Ufficio Tecnico per la manutenzione dell’edilizia pubblica e sottolineato la necessità di politiche strutturali per affrontare le nuove povertà, con particolare attenzione alle giovani coppie. Lagalla ha illustrato anche un progetto per creare residenze universitarie nel centro storico tramite investimenti privati e ha invitato la Commissione a sostenere modelli abitativi innovativi, pensati per studenti e nomadi digitali.

Mafia e riuso: 800 immobili confiscati per dare casa ai palermitani

Una delle iniziative più concrete in campo è il riutilizzo di 800 immobili confiscati alla mafia per rispondere all’emergenza abitativa a Palermo. L’operazione, frutto di un protocollo tra Comune, Legacoop Sicilia e CNA, prevede il recupero e la ristrutturazione degli edifici per poi assegnarli, con affitti calmierati, a famiglie a basso reddito, giovani coppie, anziani e studenti. “Abbiamo già investito oltre 5 milioni di euro, e contiamo di arrivare a 8 entro fine anno”, ha spiegato Totò Orlando, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Palermo.

L’obiettivo è dare dignità agli immobili e risposte concrete alla popolazione. Un’azione importante, che però non basta da sola a risolvere una crisi sistemica. Serve un piano coordinato, con visione a lungo termine e fondi strutturali adeguati.

 

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